Nel cuore del Goriziano, un velo di pioggia inarrestabile ha trasformato l’autunno in un incubo sordo. Era il suono di un pericolo che montava, un rumore di fondo che la gente della piccola frazione di Cormons aveva imparato a temere.
In un pomeriggio denso e umido, la natura si è mossa con una forza improvvisa e cieca. Non è stato un lento scivolare, ma un cedimento catastrofico che ha fatti vibrare la terra, inghiottendo il silenzio e la normalità di una schiera di case. Dentro quel fragore assordante, un giovane di 32 anni, chiamato Quirin, ha percepito immediatamente il pericolo imminente.
Non ha pensato alla sua sicurezza, ma a quella dei suoi vicini, in una corsa folle contro l’onda di fango e detriti. Si è lanciato fuori e, con la forza della disperazione lucida, ha raggiunto la prima porta. Ha bussato con foga, spingendo la donna che risiedeva lì ad abbandonare l’abitazione nel più breve tempo possibile. L’anziana, colta di sorpresa e scalza, è riuscita a fuggire mentre la casa alle sue spalle cominciava a cedere.

Il suo respiro scampato era l’unica vittoria in quella notte di maltempo. Ma Quirin non si è fermato. La sua missione lo chiamava verso un’altra casa, quella dell’altra anziana signora che aveva bisogno di aiuto urgente, forse l’ultima a essere raggiunta. Si è diretto verso il vicino pendio, dove la massa di terra stava già scendendo con una velocità spaventosa.
Un destino assurdo aveva scelto quell’istante per completare la sua opera. Mentre l’ondata di fango e roccia colpiva la zona, Quirin stava ancora correndo, in un ultimo, supremo atto di altruismo. Il giovane di Cormons era scomparso, sepolto dalla collina, e su di lui è calato il silenzio più pesante.