In origine un’imprenditrice a capo della società ‘Majolica italiana‘, ad un certo punto la veggente ha deciso di cambiare percorso di vita e perfino identità. Tuttavia gli strascichi delle sue attività imprenditoriali l’hanno seguita sino ad oggi con un’inchiesta giudiziaria conclusasi con una condanna a 2 anni di reclusione per bancarotta fraudolenta.
A finire nel mirino della giustizia un contratto d’affitto stipulato dalla sua società con Giacalone, amministratore e liquidatore della società di Ceramiche del Tirreno srl. Stando all’accusa, il canone di affitto da 108mila euro l’anno sarebbe parso del tutto incongruo e tale da determinare il fallimento della società.
Di recente Gisella Cardia è finita anche nel mirino della Chiesa per la questione delle presunte lacrime di sangue della Madonna di Trevignano. Le istituzioni religiose hanno avviato un’indagine per vederci chiaro su un fenomeno con alcuni punti oscuri: “Sto avviando un’indagine previa lo scopo è far piena luce sul fenomeno“- ha riferito il vescovo di Civita Castellana Marco Salvi ai microfoni di Adnkronos.
Da circa 5 anni Gisella Cardia riesce a radunare migliaia di persone ogni giorno 3 del mese intorno alla statua della Madonna, che in più di qualche occasione si manifesterebbe appunto con quelle presunte lacrime di sangue.
Resta da chiarire se si tratti di una suggestione di massa o se vi sia un altro tipo di spiegazione. Sulla vicenda è intervenuta anche la sindaca di Trevignano Claudia Maciucchi: “La questione non ci crea problemi- perché la statua è fuori dal paese, in un terreno che fa parte del parco di Bracciano e Martignano. Speriamo che la Chiesa e il Vaticano prendano in mano la situazione e chiariscano“.