L’ultima richiesta del Papa prima di morire (2 / 2)

Nel giorno di Pasqua, Papa Francesco si è affacciato dalla Loggia delle Benedizioni in Piazza San Pietro per la tradizionale benedizione Urbi et Orbi, accolto con un’ovazione dai fedeli presenti. Nonostante le precarie condizioni di salute, ha voluto mantenere la promessa di presenziare di persona, affidando però la lettura del messaggio a monsignor Diego Ravelli.

Dopo la benedizione, il Pontefice è sceso tra la folla a bordo della papamobile, rinunciando persino ai dispositivi per l’ossigeno, segno della sua volontà di non sottrarsi all’incontro con il popolo. Nel messaggio pasquale, Francesco ha lanciato un forte appello alla pace nel mondo, condannando apertamente “la corsa generale al riarmo”, definita incompatibile con qualsiasi prospettiva di pace duratura.

Ha chiesto con forza il cessate il fuoco in Terra Santa, la liberazione degli ostaggi e aiuti immediati alla popolazione, in particolare alla comunità cristiana di Gaza, martoriata da una situazione umanitaria precaria. Il Papa ha ricordato anche quanto succede in Ucraina, auspicando che Cristo Risorto possa effondere il dono della pace, senza però menzionare la tregua pasquale annunciata da Vladimir Putin.

Ha poi rivolto il pensiero al Myanmar, colpito da un terremoto, ringraziando i volontari e lodando i segnali di speranza offerti dagli annunci di cessate il fuoco. In occasione dell’Anno Giubilare, Francesco ha chiesto la liberazione dei prigionieri politici, ribadendo il valore del principio di umanità.

Infine, un appello ai leader politici del mondo: non cedere alla logica della paura, ma impiegare le risorse per superare la fame, aiutare i più deboli e promuovere lo sviluppo.