Durante un concerto a Palmi, in provincia di Reggio Calabria, Loredana Bertè ha espresso solidarietà per i tremendi episodi di Palermo e Caivano, balzati agli onori della cronaca per le violenze sessuali ai danni di ragazze indifese. Poi sui social ha condiviso un video con il messaggio “io non sono carne”, collegato a una campagna per i diritti delle donne.
Nel video, Bertè denuncia il frequente verificarsi di femminicidi e abusi, dichiarando di aver ‘smesso di tacere’. Ed è proprio a queste parole che si ispira il suo brano ‘Ho smesso di tacere’, scritto da Ligabue. Secondo l’accorata confessione della Bertè, questa canzone rievocherebbe anche un momento drammatico della sua vita, in particolare ad una violenza subita a 16 anni.
Racconta di essere stata ingannata e violentata da un uomo che la corteggiava, rivelando di essere riuscita a fuggire solo per miracolo. Dopo anni di silenzio, Bertè incoraggia le donne a denunciare subito le violenze.
“Sono riuscita a uscire per miracolo, con i vestiti tutti strappati e con un taxi che si è fermato: stavo svenendo e mi ha portato in ospedale”, ha raccontato la Bertè. Per fortuna, rimane solo il tremendo ricordo di un’esperienza che poteva concludersi molto peggio. Tuttavia, le ferite dell’anima rimangono.
“Bisogna denunciare al primo schiaffo”, il monito della cantante a tutte le donne che spesso non riescono a trovare il coraggio di recarsi a denunciare. Perchè violenza non va mai minimizzata o giustificata, ma solo denunciata.