Long-Raffreddore, milioni di italiani colpiti: cosa fare e a cosa prestare attenzione (2 / 2)

Finora si è sempre parlato di  long-Covid,  ossia dei sintomi che perdurano dopo essersi lasciati alle spalle il contagio. Eppure esiste anche il long-raffreddore, dal momento che  uno studio effettuato dalla  Queen Mary University di Londra, pubblicato sulla rivista E Clinical Medicine,  prodotta da The Lancet,  ha rivelato ai lettori che possono manifestarsi sintomi a lungo termine  o “long-raffreddore”,  anche dopo infezioni respiratorie acute che risultano negative al test COVID-19.

Ma quali sono i  sintomi più comuni del long-raffreddore? Come dettagliatamente descritto dal team di ricercatori che ha condotto lo studio, si tratta di tosse, mal di stomaco e diarrea  che persistono anche dopo un mese dall’infezione respiratorie acuta non COVID, come raffreddore, influenza o polmonite. Capiamo bene quanto questa situazione preoccupi tutti coloro che hanno avuto modo di apprenderla ma l’Ansa, intervistando  direttamente Giulia Vivaldi, autrice dello studio, ci ha fornito importanti delucidazioni.

Questo quanto dichiarato dall’esperta:  “Abbiamo indagato 16 sintomi diversi segnalati nel long COVID-  tosse eccessiva, disturbi del sonno, di memoria, difficoltà di concentrazione, dolore muscolare o articolare, disturbi di gusto o olfatto, diarrea, dolore addominale, cambiamenti nella voce, perdita di capelli, battito cardiaco accelerato insolito, svenimenti o vertigini, sudorazione insolita, mancanza di respiro, ansia o depressione e affaticamento. Le persone con infezione precedente da SARS-CoV-2 o precedenti infezioni respiratorie acute (ARI) non COVID erano entrambe più a rischio di segnalare sintomi rispetto alle persone senza infezioni segnalate”.

La Vivaldi ha proseguito così: “Mentre i guariti dal Covid erano più propensi a segnalare tutti i sintomi esaminati le persone con infezioni non COVID evidenziavano quasi tutte gli stessi sintomi, ad eccezione dei problemi di gusto o olfatto e di perdita di capelli. I sintomi più comuni riscontrati sono tosse eccessiva e problemi gastrointestinali, come diarrea e dolori addominali” che le persone con infezione non COVID mostravano in media 11 settimane dopo”.

Per ora non abbiamo prove che questi ‘lunghi raffreddori’ abbiano gravità e durata simili al long COVID”, ha chiosato. Continueremo a fornirvi i dovuti aggiornamenti non appena arriveranno ulteriori notizie, dato che gli studi proseguono ed è doveroso comunicarvi le ultime novità a riguardo.