Lockdown totale, la notizia mette i brividi: cosa sta succedendo (2 / 2)

Le autorità cinesi, dopo aver rilevato 4 casi asintomatici di Coronavirus, hanno disposto che un sobborgo di Wuhan, Jiangxia, venisse sottoposto a lockdown per 3 giorni. E’ la prima volta che la metropoli cinese, che conta in tutto 12 milioni di abitanti, torna a disporre un lockdown dal 2020, peer cui capiamo bene quanto questa notizia faccia paura.

Lungi dal voler creare allarmismi, va precisato che la decisione adottata dalla Cina, fa parte della sua politica “zero Covid”. Dopo la mattanza legata ai contagi che ha distrutto intere famiglie, dopo le immagini della pandemia nei luoghi da dove tutto è iniziato, è logico che la paura giochi 90 e che ogni stato decida in che modo mettere in atto misure volte a limitare i contagi. La Cina, nella sua ottica, si avvale del lockdown, delle restrizioni di movimento e dei test su larga scala, anche se diverse varianti del virus, quelle che sono più contagiose, non hanno alcun problema a bypassare le misure di contenimento e questo ci fa capire quanto il virus sia un problema tutt’altro che eliminato o più ridotto rispetto ai 2 anni precedenti.

In un mondo caratterizzato dalla crisi umanitaria, messo in ginocchio economicamente, che si trova ad affrontare costi esorbitanti in bollette e tassazioni, in molti hanno da ridire sulla strategia “zero Covid” adottata dalla Cina perché i suoi costi economico-sociali sono elevatissimi. Questo pensiero, però, è contrastato dalle autorità cinesi che ritengono la loro strategia l’unica in grado di evitare che le strutture sanitarie finiscano al collasso, come accaduto negli anni precedenti, a causa dell’elevano numero dei positivi al Covid in gravi condizioni, che richiedevano il ricovero, spesso nei reparti di terapia intensiva.

Come già vi avevo illustrato nei giorni scorsi, un nuovo studio, pubblicato su Science, mostra come i primi casi noti di Covid del dicembre 2019, compresi quelli senza collegamenti diretti, erano geograficamente incentrati sul famoso mercato all’ingrosso dei frutti di mare di Huanan a Wuhan, in Cina. I mammiferi vivi sensibili al Sars-Cov-2 sono stati venduti in questo mercato alla fine del 2019 e, all’interno del mercato, i campioni ambientali positivi al Sars-Cov-2 erano spazialmente associati ai venditori di mammiferi vivi.

Gli autori del prestigioso studio hanno affermato: “Sebbene non vi siano prove sufficienti per definire gli eventi a monte e le circostanze esatte rimangano oscure, le nuove analisi pubblicate indicano che la comparsa della Sars-Cov-2 è avvenuta attraverso il commercio di animali selvatici vivi in Cina e dimostrano che il mercato di Huanan è stato l’epicentro della pandemia di Covid”.