Liliana Segre è una figura di grande rilevanza nella storia contemporanea italiana e internazionale. Nata a Milano il 10 settembre 1930, è una sopravvissuta dei lager nazisti e una testimone instancabile delle atrocità commesse in quella fase storica. Deportata ad Auschwitz all’età di 13 anni, Liliana Segre ha vissuto la tremenda esperienza dei campi di concentramento, perdendo gran parte della sua famiglia, tra cui il padre.
Sopravvissuta al nazismo, è tornata in Italia e, per molti anni, ha mantenuto il silenzio sulle sue esperienze. Negli anni successivi, Liliana Segre ha deciso di rompere questo silenzio, diventando una delle voci più forti e autorevoli nel raccontare quello che ha vissuto nei lager.
Ha dedicato gran parte della sua vita a testimoniare nelle scuole e nelle università, raccontando ai giovani la sua storia per evitare che simili eventi possano ripetersi. Il suo impegno è stato riconosciuto a livello istituzionale, e nel 2018 è stata nominata Senatrice a vita dal Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, per il suo contributo alla memoria storica e alla difesa dei diritti umani.
Liliana Segre è intervenuta lo scorso 5 settembre in occasione dell’apertura dell’anno scolastico di Rondine Cittadella della Pace, un’organizzazione internazionale impegnata nella promozione del dialogo e nella risoluzione del conflitto. Oltre alla senatrice, tra i partecipanti a questo evento figuravano 8 ex superstiti ebrei che hanno voluto condividere il ricordo di quella fase storica tremenda per il nostro Paese.
In tale occasione, la superstite di Auschwitz ha commosso tutti ricordando un episodio in particolare, di quando era bambina e frequentava la scuola elementare. Da un giorno all’altro si ritrovò ad essere considerata diversa dalle sue compagne, dovendo subire la tristezza e l’umiliazione dell’espulsione: ecco cosa ha raccontato.