Liliana Resinovich, svolta choc nel giallo. Spunta il testimone che svela: “Claudio Sterpin…” (2 / 2)

Liliana Resinovich, perché la Procura vuole archiviare il caso e perché il fratello si oppone: gli ultimi filmati il giorno della scomparsa - Il Riformista

Secondo quanto si apprende dalla stampa nazionale pare che in questi giorni sia spuntato un testimone, il quale avrebbe rilasciato delle dichiarazioni molto importanti sul caso di Liliana Resinovich. Quest’ultima è arrivata proprio mentre la Procura, come detto, è intenzionata ad archiviare il caso come suicidio.

I legali del marito della donna affermano che la Procura triestina vorrebbe chiedere l’archiviazione in quanto ci sarebbe un vuoto di indagine che non consente di andare avanti per bene. Insomma una specie di “zona d’ombra” che deve essere indagata con molta precisione. E a questo proposito la testimonianza in questione forse potrebbe rivelarsi utile.

Un vicino che abita nei pressi della casa di Sebastiano e Liliana appunto, avrebbe dichiarato che nella cantina della casa ci fossero dei sacchi neri (più o meno come quelli che Liliana indossava in testa al momento del ritrovamento); gli inquirenti hanno anche confermato il fatto che i sacchi fossero stati tagliati lateralmente.

Ma non è questa la testimonianza più importante arrivata ultimamente.  Infatti un testimone, che conosce anche Sebastiano Visintin, ha affermato come non ci fosse nessuna storia tra Claudio Sterpin e Lilly, in quanto quest’ultima sarebbe stata una sorta di esagerazione da parte dell’uomo: insomma tra Liliana e Claudio, considerato suo amante, non vi era nulla che secondo il testimone andasse oltre una profonda amicizia.

I legali della persona offesa Sebastiano Visintin si apprestano a rappresentare al Gip l’atto di opposizione alla richiesta di archiviazione, indicando a quel magistrato, che dovrà comunque decidere sulla richiesta archiviativa della Procura, anche il loro contributo per una rivisitazione e un approfondimento delle indagini tecnico scientifiche (in particolare dell’esame autoptico) che, in ossequio all’obiettivo della scienza forense, sono tese alla ricerca della verità fattuale che, coniugata con l’analisi investigativa di tutti gli elementi di prova, possa risolvere ogni dubbio che l’esito del procedimento, fin qui, lascia aperto“ – questa la nota da parte dei legali di Sebastiano Visentin, Alice e Paolo Bevilacqua.