Claudio Sterpin, l’amico speciale di Liliana, è convinto che quello della 63enne non sia un gesto estremo ma un delitto, e che i moventi ci siano tutti, sebbene non si sia voluto cercarli. Claudio è stato ospite di Quarto Grado, trasmissione di punta del palinsesto di Rete 4 che si occupa dei più scottanti casi di scomparsa, alcuni dei quali ancora gialli, come questo di Liliana.
Sterpin è convinto che Lilly non si sia tolta la vita ma che qualcuno gliel’abbia tolta, precisando: “Non dimentichiamoci che la Procura di Trieste ha tentato di trasformare il suo decesso in un gesto estrem o mentre adesso emergono altre cose, tipo il fatto che è stata pestata prima di essere tolta di mezzo. Questo è un delitto, motivo per il quale deve essere rifatto tutto dall’inizio. Io sono l’ultima ruota del carro, sono convinto che non vedrò l’epilogo di tutto questo perché con l’età che ho anche se viene individuato un colpevole non ne vedrò la fine. Adesso, dopo 3 anni, si scopre che lei è stata pestata? Dopo 3 anni? Quando già allora si capiva chiaramente che era successo quello che è successo?”.
Claudio ritiene che sia giunto il momento di prendere in considerazione i moventi. Dal momento che, secondo lui, non si tratta di gesto estremo, il cordino e le buste della spazzatura potrebbero,a suo dire, esser3e state messe lì da qualcuno. Sterpin, in piena diretta tv, si è poi chiesto: “Visto poi che era già morta…o da casa, da morta, si è presa cordino e buste? Domanda idiota, perché si è voluto far vedere che lei se li fosse portati dietro. Ma ripeto, visto che o non è, qualcuno li ha messi lì. Bisogna trovare questo qualcuno”.
Sterpin ritiene che dietro il delitto ci sia la premeditazione, e che esso sia stato commesso da almeno due persone, aggiungendo: ” C’è persino qualche regista fuoricampo che ha insegnato…perché non è da poco. Chi ha fatto tutto può essere stato consigliato da chi sa le cose meglio”.
Dopo la proroga di 30 giorni richiesta per la super perizia, le indagini proseguono senza sosta. Bisognerà capire a cosa sia dovuta la ferita mappata sul volto di Liliana Resinovich, soprattutto sul labbro inferiore della 63enne triestina. Il giallo è tutt’altro che risolto, insomma.