Liliana Resinovich, la pesante accusa dell’amico: “Ecco chi è stato” (2 / 2)

Liliana, il 14 dicembre 2021, si sarebbe dovuta recare in un negozio di telefonia. Non ci è mai arrivata. Dunque, cosa le è accaduto? E soprattutto: si è suicidata o è stata uccisa? A sette mesi dal ritrovamento del suo corpo senza vita, è arrivata la relazione degli esperti, secondo i quali Lilly si sarebbe suicidata. Una morte per asfissia, nella quale non ravviserebbero segni di aggressioni o eventuali coinvolgimenti di terze persone.

Non crede alla pista del gesto volontario il marito, l’ex fotoreporter in pensione Sebastiano Visintin, è neppure un amico della Resinovich, Fulvio Covalero. Quest’ultimo è tra i più fervidi sostenitori della non volontarietà del gesto di togliersi la vita, al punto da aver fatto, di recente, una fortissima insinuazione che, ovviamente, è destinata a far rumore.

Come ormai noto, dopo il ritrovamento del cadavere di Lilly, la Procura di Trieste ha aperto un’inchiesta al fine di accertare le cause del decesso. Le indagini, all’inizio, si sono concentrate sul marito 72enne di Liliana, quello che lei avrebbe voluto lasciare in modo da poter vivere la sua relazione extra coniugale con Claudio Sterpin alla luce della sole.

La Procura, che agli albori aveva parlato di soffocamento, ha in seguito vagliato l’ipotesi del sucidio che è quella più accreditata per il momento, in quanto ha trovato conferme nella perizia . Come riporta TriesteCafè.it, l’amico della Resinovich, Fulvio Covalero, di recente avrebbe detto: “Gli inquirenti sanno molte più cose di ciò che ci immaginiamo. È da mesi ormai che aspetto che arrivi la notizia che qualcuno è stato indagato perché sono convinto che loro abbiano una chiara idea di chi sia stato”. 

Un’accusa fortissima, quella che Covalero muove agli inquirenti. Secondo lui  saprebbero molte più cose di quanto immaginiamo, non volendole rivelare. Un’accusa che sicuramente non può non far discutere. Sulla base di quel che ci è dato sapere, la scomparsa, culminata con il ritrovamento del corpo senza vita della donna triestina, resta, ad oggi, un giallo.