È ormai noto a tutti che la diagnosi precoce può essere indispensabile nella cura e guarigione dei tumori. E fortunatamente oggi abbiamo a disposizione strumenti ed esami sempre più attendibili.
La Fondazione Umberto Veronesi consiglia, a partire dai 35 anni un’ecografia annuale, a cui aggiungere dopo i 40 anni anche la mammografia. Già prima dei 35 anni è, però, importante prendere la sana abitudine dell’autopalpazione almeno una volta al mese.
Quando e come fare l’autopalpazione
Il periodo migliore per farla è dal 7° al 14° giorno dopo l’inizio del ciclo, perché i cambiamenti ormonali influiscono sulla struttura del seno. Per le donne in menopausa il giorno scelto sarà, invece, irrilevante.
Molte donne hanno l’abitudine di fare l’autopalpazione sotto la doccia, perché l’acqua e il sapone rendono più semplice l’operazione. In realtà il posto migliore per farla è davanti allo specchio. Questo infatti permetterà di notare anche eventuali modifiche nell’aspetto del capezzolo o escoriazioni della pelle.
È importante guardarsi da diverse prospettive. Si comincia frontalmente, con le braccia lungo i fianchi; poi è bene girarsi sul lato destro e sul sinistro. Infine ritornare in posizione frontale e mettere le mani prima sui fianchi e poi sulla testa, sempre controllando che non ci siano irregolarità nella forma del seno.
A questo punto, si può procedere con la palpazione vera e propria. Si parte, quindi, mettendo la mano destra dietro la nuca, usando la mano sinistra per toccare il seno destro dall’alto verso il basso. Le dita da usare sono le tre centrali unite; si dovrà fare una leggera pressione sia sulla parte interna che quella esterna del seno, includendo capezzoli ed aureola. Ripetere poi questi movimenti sia con il braccio destro sul fianco, che lungo il corpo. Le stesse operazioni andranno replicate anche sul lato sinistro.
L’ultimo passaggio da fare è da distese, coricandosi lateralmente con il braccio dietro la nuca. Palpare il seno in senso circolare, imprimendo una pressione non eccessiva, per poi passare al cavo ascellare.
Un ultimo segno da non sottovalutare è la presenza di eventuali secrezioni di qualsiasi tipo dai capezzoli.