L’amico violenta la figlia di soli 8 anni, il padre si fa giustizia da solo (2 / 2)

I due ragazzi che vedete in foto, abbracciati, sono due amici. O meglio, lo erano, sino a quanto Vyacheslav Matrosov, padre 34enne russo, dopo aver scoperto che quello che reputava un mio fraterno, il 32enne Oleg Sviridov, aveva abusato di sua figlia, una bimba di solo 8 anni, ha deciso di farsi giustizia da solo. Lo ha aggredito con un coltello  e lo ha costretto a scavarsi una fossa da solo per vendicarsi dell’immane reato commesso.

Il padre che ha subito lo stupro della figlioletta, è finito in manette, poiché l’amico pedofilo è morto, così la sua posizione si è ulteriormente aggravata, con l’accusa di omicidio. Grazie alle proteste pubbliche in Russia, in cui in tantissimi hanno richiesto che il 34enne fosse assolto, Vyacheslav Matrosov, pur riuscendo a sottrarsi all’accusa di omicidio, è stato condannato a 18 mesi di carcere duro per l’accusa di istigazione al suicidio e occultamento di cadavere.

Il tribunale di Samara, non lontano da Togliattigrad, è arrivato ad una conclusione davvero assurda: il 32enne Sviridov, ossia colui che ha abusato della bambina, si sarebbe suicidato durante una colluttazione scoppiata nel bosco dove il padre della bimba lo aveva costretto a scavarsi la fossa e dove poi lo ha seppellito. I due erano entrambi operai di una fabbrica della zona e nel giorno in cui si è consumato il delitto, avevano persino bevuto assieme al termine del loro turno di lavoro. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare quello che, da lì a poco, sarebbe successo.

I due si sono addormentati ma il padre 34enne, svegliatosi per primo, ha preso il cellulare di quello che reputava un amico fidato e lì ha fatto una scoperta a dir poco agghiacciante. Sul dispositivo c’era il video di lui che abusava della figlioletta. Accecato dalla rabbia (e sfido chiunque ad riuscire a trattenere la calma), non ha esitato un solo attimo a farsi giustizia da solo. Ha deciso di affrontare faccia a faccia il 32enne che si sarebbe dato alla fuga, ma il padre “tradito” si è messo sulle sue tracce, sino a rintracciarlo e a trascinarlo in un bosco. A quel punto, stando alla ricostruzione della polizia, il 34enne lo avrebbe minacciato con un coltello sino a che tra i due sarebbe scoppiata una rissa. In un movimento, nel corso della rissa, il pedofilo sarebbe rimasto colpito a morte dal coltello che il 34enne aveva in mano.

Anche se il molestatore è morto, tutto il villaggio del padre che si è fatto giustizia da solo, si è schierato in sua difesa, immedesimandosi nei panni di un uomo devastato dall’aver appreso che un suo carissimo amico oltre che collega, ha abusato di sua figlia minorenne, di soli 8 anni. La comunità continua a sostenerlo, anche dopo aver raccolto una petizione a suo nome. La speranza di tutti è che possa ricevere la grazia presidenziale a fine anno. Una storia davvero assurda, in cui la piaga degli abusi sessuali ai danni dei minori è sempre più dilagante.

AGGIORNAMENTO 30 OTTOBRE

Condannato da un tribunale russo e incarcerato ma, a sei mesi dalla condanna, ora il papà 35enne è di nuovo libero per abbracciare la figlioletta.