L’amico di Paolo Taormina svela: "Lui voleva sedare un pestaggio, loro erano in 10 e volevano i… (2 / 2)

La città di Palermo è ancora scioccata per la scomparsa di Paolo Taormina, il giovane di 21 anni che ha perso la vita in un episodio di violenza nel cuore della movida. Il suo nome è diventato simbolo di altruismo e coraggio: un ragazzo che ha perso la vita nel tentativo di riportare la calma davanti al locale di famiglia, in via Bara all’Olivella.

A raccontare quei momenti è un amico di Paolo, presente durante la notte tra sabato e domenica. «C’era un gruppo di una decina di ragazzi che si stavano accanendo contro un giovane. Paolo è uscito per chiedere loro di smetterla, voleva solo evitare guai e continuare a lavorare. Sembrava che la situazione si fosse calmata, poi è successo tutto all’improvviso», ha spiegato ai cronisti. Paolo stava aiutando i genitori nel locale di famiglia, punto di ritrovo molto conosciuto nel centro storico.

«Lavorava, si guadagnava la giornata con onestà – ha aggiunto l’amico – non riesco a capire come si possa perdere la vita così». Le indagini dei carabinieri hanno consentito in poche ore di identificare il presunto responsabile, rintracciato e portato in caserma. Determinanti sarebbero state alcune riprese video, che avrebbero documentato le fasi dell’aggressione e la successiva fuga del gruppo.

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L’uomo fermato ha poi ammesso le proprie responsabilità davanti agli inquirenti. Intanto, la comunità palermitana si è stretta intorno alla famiglia Taormina. Davanti all’ingresso del locale sono comparsi fiori, lettere e biglietti pieni di affetto: segni di una solidarietà che unisce un intero quartiere.

«Paolo era un ragazzo buono, sempre gentile con tutti», raccontano gli amici, ancora increduli per quanto accaduto. Nelle ultime settimane Palermo è stata teatro di diversi episodi di tensione, che hanno riacceso il dibattito sulla sicurezza nel centro cittadino.