Un caso su sei di neoplasia può svilupparsi partendo da comuni infezioni. Questo ciò che il Comitato consultivo su vaccini e vaccinazioni dell’Associazione spagnola di pediatria (Cav-Aep) ha comunicato. Tra le infezioni più rischiose troviamo il papilloma virus (Hpv) e quelle che provocano l’epatite B e C, associati alle neoplasia al fegato e allo stomaco, alla cervicale ma anche alcune neoplasie del sangue.
Ma in che modo un’infezione può degenerare in tumore? Alterando i meccanismi cellulari chiave, attraverso un processo lungo e complesso che parte con un’infiammazione cronica che può danneggiare le cellule che a loro volta danno origine a mutazioni genetiche che alterano il sistema immunitario.
Una delle esperte che ha collaborato a questa ricerca, ha dichiarato: “Il virus che ci infetta è incluso nel Dna delle nostre cellule, coesiste con esso e causa infiammazione cronica. Dopo gli anni si può finire per sviluppare la neoplasia. Non è che tu abbia l’infezione e avrai il brutto male domani, no. Ci vogliono anni”.
Se per due tipi di papillomavirus che possono provocare tumori, esistono vaccini con una copertura che arriva fino al 90%, per il virus dell’epatite C on esiste ancora un vaccino in grado di prevenirlo , mettendo a rischio di neoplasia soprattutto i tossicodipendenti o le persone che hanno subìto trasfusioni ematiche.
Gli esperti ci dicono come poter arginare questa mattanza, dicendo: “Sebbene non esista una cura definitiva, i trattamenti antivirali possono controllare la replicazione virale e ridurre i danni al fegato, riducendo anche il rischio di progressione verso il cancro”. Anche le infezioni croniche, come quella da Helicobacter Pylori, possono essere limitate attraverso una maggiore attenzione alle condizioni igienico-sanitarie. Lavarsi spesso le mani, soprattutto prima di mangiare, mantenere uno stile di vita sano così da abbassare enormemente i rischi legati a questi tumori, è d’obbligo.