Uno studio australiano delle università di Flinders e Newcastle lancia l’allarme sulle padelle antiaderenti in Teflon: anche un piccolo graffio sulla superficie può rilasciare milioni di particelle di microplastica nel cibo, con conseguenze potenzialmente gravi sulla salute.
La causa principale è la presenza dei PFAS (sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche), composti chimici noti per la loro resistenza alla degradazione e associati a disturbi ormonali, danni al fegato, problemi al sistema immunitario e un aumento del rischio di alcuni tumori.
Le tecniche di imaging avanzate hanno rivelato che un graffio di soli cinque centimetri può liberare fino a 2,3 milioni di microplastiche, che, una volta ingerite, si accumulano nel corpo ed eliminano molto lentamente. Studi precedenti hanno dimostrato che il 99% degli americani ha tracce di PFAS nel sangue, segno di una contaminazione diffusa.
I medici dell’ISDE – Associazione Medici per l’Ambiente denunciano da anni i rischi per la salute legati ai PFAS e chiedono una regolamentazione più severa per ridurne la diffusione. Gli esperti sottolineano che il problema non è solo scientifico, ma anche politico e sociale, e insistono sulla necessità di eliminare i PFAS dai prodotti di uso quotidiano, promuovendo alternative più sicure.
Per ridurre il rischio di esposizione, si consiglia di adottare alcuni accorgimenti: evitare l’uso di utensili metallici che potrebbero graffiare la superficie delle padelle antiaderenti, preferendo strumenti in legno o silicone. È anche importante evitare di surriscaldare le padelle vuote, poiché le alte temperature accelerano il deterioramento del rivestimento. Gli esperti raccomandano di sostituire immediatamente le padelle antiaderenti danneggiate e, se possibile, optare per materiali alternativi come acciaio inossidabile o ghisa, privi di rischi per la salute.