L’allarme degli esperti: "Attenti alla sindrome del sedere deceduto" (2 / 2)

La sedentarietà, è stata definita ” la patologia del 21esimo secolo” e in effetti, molte  patologie e sindromi attuali, un tempo non erano così diffuse. Lo stare troppo  tempo seduti,  magari al pc ,per motivi lavorativi, senza far movimento fisico, comporta il rischio di  contrarre patologie cardiovascolari ma anche insonnia, demenza, depressione, ansia e disturbi mentali.

E non è tutto, in quanto  lo stile di vita sedentario è associato ad un rischio maggiore di neoplasie ormono-dipendenti, come quelle che colpiscono seno e utero ma anche  esofago, colon, ovaio, tiroide, fegato, pancreas . Anche l’aumento di diabete di tipo 2 tra i giovani è legato alla maggiore sedentarietà.  Il dottor Andrea Coco, specialista in nutrizione clinica, in un’interessante intervista a Il Fatto quotidiano, ci dice che altre conseguenze dell’inattività sono mal di schiena, rigidità delle spalle e  del collo, e ancora la sindrome del sedere deceduto.

Ma in cosa consiste? Chi ne è colpito, lamenta un senso di intorpidimento ai glutei e prosegue con un fastidio consistente, inizialmente localizzato ai glutei  ma poi esteso a bacino, ginocchia e piedi. Come contrastarla? Col movimento che, persino nei casi di fastidio cronico, sortisce il suo effetto.

Il dottor Coco  ha rimarcato l’importanza dell’esercizio  aerobico ed anaerobico,  sia fondamentale per ridurre l’infiammazione e  la sensibilità al dolore, rinforzando la muscolatura. La produzione di  dopamina e  serotonina aumenta naturalmente con il movimento,    riducendo dunque i fastidi di questa sindrome del sedere deceduto, anche nei casi più severi.

Il dottor Coco  ha fornito ulteriori  preziosi consigli per contrastare i rischi della sedentarietà. Occorre camminare,  effettuare sollevamenti di pesi leggeri, anche domestici, praticando questo con costanza, preferibilmente facendosi seguire, almeno nelle fasi iniziali, da un professionista del movimento.