Maria Branyas Morera, questa nonnina che vedete in foto mentre spegne le sue 117 candeline, è divenuta oggetto di uno studio multidisciplinare, e il suo caso, ormai, di pubblico dominio, offrendoci tantissimi spunti di riflessione. La signora Maria ha chiesto espressamente al suo medico di studiarla e lui, alla fine, lo ha fatto per davvero, cogliendo alla lettera il suggerimento della sua ultracentenaria paziente.
Così, per diverso tempo, prelevando campioni ematici, saliva, urina e feci, ha portato avanti, assieme al suo team, uno studio strepitoso del quale vi parleremo. Maria purtroppo si è spenta, a 117 anni e 168 giorni, ad agosto 2024, ma è diventata oggetto di uno studio multidisciplinare senza precedenti. I ricercatori, infatti, hanno analizzato ogni aspetto della sua biologia, dalla genetica al microbioma intestinale, per comprendere il suo segreto di longevità.
A parlare dei risultati dello studio è la rivista Cell Reports Medicine, sulla quale è stato pubblicato. Effettuato dall’Istituto Joseph Carreras a Barcellona, ha dimostrato che nella signora Maria vi era una marcata differenza tra l’età anagrafica e quella biologica, ossia che il suo corpo era più giovane biologicamente di almeno 23 anni rispetto a come si mostrava.
Tutto merito di un sistema immunitario che ricordava le infezioni passate e le permetteva di tutelarsi dalle reazioni autoimmuni. Questo è ciò che uno dei ricercatori, Esteller, ha dichiarato alla stampa. Le sue cellule, nonostante fossero ultracentenarie, erano ancora molto efficienti nell’attaccare i microrganismi, ma allo stesso tempo non andavano a colpire i suoi tessuti. Maria ha superato la pandemia di influenza del 1918, è guarita dal Covid a 113 anni ed è deceduta, ad agosto dello scorso anno, lasciando due figlie ultranovantenni. Ma dove sta il segreto della longevità di questa straordinaria donna? Questo è stato il più grosso interrogativo degli studiosi.
Il suo intestino, confrontato con quello di altri anziani, fino a 91 anni, era più simile a quello di un’adolescente che di un ultracentenario. E non è tutto. Maria aveva il colesterolo al minimo, i trigliceridi ridotti e una flora batterica attivissima e in perfetta salute. Maria, udite, udite, sta nella consumazione di tre yogurt al giorno, unita ad uno stile di vita sano, in quanto non ha mai né fumato né bevuto, camminando un’ora al giorno, almeno fino a novant’anni inoltrati. La centenaria , inoltre, aveva i telomeri, ossia le membrane che rivestivano i cromosomi in cui risiede il codice genetico, compatibili con la sua età anagrafica, ma non con le sue ottime condizioni di salute. Secondo il team di studio, proprio il decesso precoce delle cellule ha protetto Maria dalle neoplasie. La donna, tranne un piccolo problema all’udito, non aveva altre patologie. Ricapitolando: il primo superpotere di Maria è un sistema immunitario molto efficiente ed efficace in grado di «ricordare» (e quindi reagire) le infezioni. Altro «segreto» nascosto di Maria era il suo microbiota intestinale, che ormai è considerato un organo cardine che influisce sulla salute sia fisica sia mentale di un individuo. A questo si aggiungeva un’eccezionale funzionalità mitocondriale, quella che regola la produzione di energia e contrasta radicali liberi e ossidazione.