La profezia di Guglielmo Marconi si è avverata (2 / 2)

Guglielmo Giovanelli Marconi, nipote dell’inventore della radio Guglielmo Marconi, è professore e direttore della facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università popolare Meier. Ha conosciuto il nonno attraverso i racconti di sua madre Elettra e di sua nonna Maria Cristina Bezzi-Scali.

In un’intervista per Fanpage.it, ha parlato del nonno in occasione della miniserie “Marconi – L’uomo che ha connesso il mondo”, prodotta per il 150° anniversario della nascita di Marconi, primo italiano a ricevere il Premio Nobel per la Fisica nel 1909. Giovanelli Marconi ha sottolineato che il nonno era più di un inventore: ha lavorato per il bene dell’umanità.

Ha anche raccontato episodi significativi, come il salvataggio dei passeggeri della nave Republic nel 1909 e quelli del Titanic nel 1912, attribuendo alla radio la salvezza di molte vite. Giovanelli ha rivelato che Marconi aveva previsto l’invenzione del cellulare nel 1937 e che sviluppò una primordiale versione del radar, chiamata “navigazione cieca”.

“Nel marzo del 1937, quattro mesi prima di morire, mio nonno predisse l’invenzione del cellulare -rivela Giovanelli- A un convegno degli Istituti tecnici negli Stati Uniti disse che molto presto sarebbe stata inventata una piccola scatola tascabile con cui poter comunicare tra di noi, con i propri cari o per questioni di lavoro. Tant’è che quando nel 2013 andai a Bologna con mia madre per la consegna di un premio a Martin Cooper, l’inventore del primo telefonino, fu lui stesso durante la conferenza ad ammettere il grande debito nei confronti del lavoro di mio nonno, senza il quale quella sua invenzione non sarebbe stata possibile.

Infine, ha condiviso una citazione del nonno che riassume la sua filosofia: “Le mie invenzioni sono state create per salvare l’umanità e non per distruggerla”. Giovanelli Marconi ha espresso la convinzione che il nonno non avrebbe approvato l’uso odierno eccessivo dei social media, preferendo una comunicazione utile e concreta.