"La piccola Kata non è viva": l’annuncio della Bruzzone (2 / 2)

Più passa il tempo e più le speranze di ritrovare la piccola Kata in vita si affievoliscono inesorabilmente. L’ipotesi rapimento, quella che sembrava essere la più plausibile nei primi giorni successivi alla scomparsa, deve fare sempre di più i conti con la dura realtà.

Roberta Bruzzone sembra avere le idee chiare su quanto accaduto il giorno della scomparsa: “Quel pomeriggio del 10 giugno – precisa -, la bambina è rimasta coinvolta, suo malgrado, in qualche episodio legato alle violente liti precedenti, ed è morta, non escludo accidentalmente. Poi ne hanno occultato il corpo”. 

Per la Bruzzone sarebbero stati commessi anche dei gravi errori nelle indagini, che avrebbero trascurato proprio uno dei principali indiziati, vale a dire lo zio materno di kata. Fu proprio a lui che Katfrina Alvarez affidò la piccola mentre si trovava al lavoro e che, al suo ritorno, non seppe ricevere dall’uomo alcuna spiegazione su dove fosse finita.

Abel Alvarez Vasquez, fratello della mamma di Kata, a cui la stessa lo aveva affidato mentre era al lavoro, è anche stata l’ultima persona a vedere la nipotina . Mi lascia perplessa il fatto che, nel clima di violenza di cui tutti, inclusa la madre, erano a conoscenza, la piccola sia stata lasciata proprio a lui”- queste le considerazioni puntuali della Bruzzone, che in effetti sembrano essere molto lineari dal punto di vista logico.

Per la nota criminologa, se Kata fosse stata rapita per via della faida creatasi all’interno dell’hotel occupato, sarebbero molto probabilmente arrivate richieste di ‘riscatto o rivendicazioni di vario tipo’. Il crimine si sarebbe consumato all’interno dell’hotel e successivamente il corpo della bimba sarebbe stato portato via. Un’ipotesi che si sta facendo sempre più strada e sulla quale ora indagano gli stessi inquirenti.