Sirio è un padre distrutto, si sente responsabile dell’accaduto, poiché i sensi di colpa, in questi casi, come già gli psicologi hanno messo in evidenza, sono purtroppo normali. La sua comunità, quella in cui vive con la moglie, la figlia maggiore Bianca e sino a giovedì con la piccola Agnese, si è stretta attorno a lui, facendogli sentire tutta la vicinanza, l’affetto, il calore di cui ha bisogno in questo duro momento.
Il parroco di Zerman, don Paolo Cargnin, deve dare conforto e, dopo essersi recato a far visita alla famiglia, nel corso della sua omelia, ha citato un passo del Vangelo di Marco, emblematico davvero, un invito a riflettere per tutti. In esso, dice il parroco, ” si racconta di Gesù che ebbe compassione, di fronte alle pecore senza pastore” per poi aggiungere: “oggi ci troviamo di fronte a dei genitori che si sono persi, Gesù con il suo insegnamento invita noi ad essere vicini ed aiutare, non con il giudizio ma con la comprensione”.
Don Paolo ha rivolto a tutti un invito, quello a non giudicare, in quanto, i lapsus possono capitare a tutti, compreso a lui e ai lettori che, in questo momento, stanno leggendo. “Serve la comprensione, così come una silenziosa vicinanza e per chi ha un po’ di fede, la preghiera, chiedere che il signore aiuti a superare questa disperazione”, ha aggiunto.
Parole profonde, dolcissime, sensibili, quelle del parroco che ha chiosato: “Desidero portare loro un infinito abbraccio e amorevolezza. Voglio parlare di vicinanza a questi due genitori straziati da un dolore troppo grande. Vorrei che sentissero che da stasera preghiamo perché trovino accanto a loro persone care che li possano almeno consolare, persone che portano loro l’abbraccio misericordioso di una comprensione nuova che sa tutta di cielo”.
La storia della piccola Agnese ha diviso fortemente l’opinione pubblica, come in genere avviene in storie similari ma è certo che nessuno può consolare questi due poveri genitori, rimasti orfani della loro secondogenita. In particolare, c’è molta preoccupazione per Sirio, papà della piccola, ossia colui che ha dimenticato la bimba in auto, recandosi a lavoro. L’uomo è talmente disperato e inconsolabile che c’è il serio rischio che possa commettere un gesto estremo. La tendenza ad autocolpevolizzarsi è insita ma la speranza è che, con la vicinanza della comunità, riesca a superare tutto quest’incubo ad occhi aperti piombato su di lui e sulla sua famiglia.