Il caso della piccola Agnese sta assumendo risvolti giudiziari sempre più complessi. Il padre, infatti, è finito inevitabilmente nel mirino della procura, che sta indagando su molti dettagli ombrosi ancora da chiarire. Intanto Chinellato è stato raggiunto da una decisione improvvisa del pm che si sta occupando del caso.
La pm Anna Andreatta ha infatti cambiato l’accusa nei confronti del padre da omicidio colposo ad abbandono di minore con conseguente decesso, aggravando le conseguenze legali per l’uomo. Infatti, la pena per abbandono di minore con tale esito può arrivare fino a otto anni di reclusione. Questo cambiamento segue i risultati preliminari dell’esame autoptico, che hanno confermato il decesso della bambina a causa delle temperature estreme all’interno dell’auto.
L’avvocato del padre, Giorgio Pietramala, ha espresso il suo disappunto riguardo all’aggravamento delle accuse, dichiarando che, a suo avviso, l’accaduto dovrebbe essere qualificato con un reato minore. Inoltre ha sottolineato l’intenzione di risolvere il caso il più rapidamente possibile.
La relazione finale sull’esame autoptico, che sarà completata entro 60 giorni, sarà cruciale per chiarire definitivamente le circostanze del decesso della bambina. Secondo le ricostruzioni, sono stati alcuni colleghi del padre a fare il tremendo ritrovamento della bambina durante la pausa pranzo, allertando immediatamente l’uomo.
La comunità di Marcon ha espresso la massima solidarietà alla famiglia della bambina, mostrando affetto e supporto in un momento di grande tristezza. La vicenda continua a essere seguita con grande attenzione, in attesa di ulteriori sviluppi giudiziari e di una conclusione definitiva che possa portare un minimo di chiarezza e giustizia.