Secondo quanto si apprende dalla stampa nazionale Lorena Venier ha nuovamente parlato agli investigatori. Nelle scorse ore aveva detto che il piano era quello di togliere la vita ad Alessandro, poi di aspettare la decomposizione del corpo e infine di andare a seppellire i resti in montagna come suo volere.
Ma nelle scorse ore ha continuato il suo macabro racconto. “Lo abbiamo stordito con un sonnifero attorno alle 17.30, ma è spirato solo verso le 23, perché non riuscivamo a finirlo” – ha raccontato davanti agli inquirenti Lorena. Inquirenti che rimangono sempre più basiti dal piano messo in atto.
Quello di togliere la vita ad Alessandro infatti sarebbe stato un piano già studiato in precedenza. Da quanto raccontato da Lorena lui era pericoloso e quel giorno la lite è nata in quanto non voleva apparecchiare la tavola. Temeva per la sicurezza di Maylin e della figlia di 6 mesi. Lui avrebbe voluto trasferirsi con loro due in Colombia.
“Una volta che anche l’insulina ha fatto effetto abbiamo provato a soffocarlo con un cuscino, ma Alessandro continuava a reagire, anche se era privo di forze” – ha raccontato ancora Lorena agli inquirenti. Dopo averlo quindi fatto fuori hanno diviso in tre pezzi il corpo del poveretto e messo nel bidone.
“Mi sono occupata da sola del “depezzamento” di Alessandro ho utilizzato un seghetto e un lenzuolo per contenere il liquido ematico e l’ho sezionato in tre pezzi: non ci sono stati schizzi, per questo i Carabinieri hanno trovato tutto in ordine”- ha detto con lucidità la donna, 61 anni e di professione infermiera. Mentre Lorena faceva a pezzo il corpo del povero Alessandro Maylin era nell’altra stanza con la figlia che quindi non avrebbe partecipato alla macabra operazione, e non è escluso che la posizione della compagna di Alessandro non possa essere leggermente rivista.