La grave notizia sulla vedova del carabiniere Cerciello (2 / 2)

Gabriele Natale Hjorth, condannato per il delitto del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ha subito una riduzione della pena  a 10 anni e 11 mesi con la sentenza del terzo processo di appello, in seguito alla richiesta della procura generale di abbassare la condanna di cinque mesi rispetto agli 11 anni e 4 mesi stabiliti nel secondo processo.  A questo la vedova del  carabiniere, ovviamente, non ci sta ed è  su tutte le furie. Difatti, come riportato dall’Ansa, la donna ha dichiarato ai giornalisti: “Sferzante è stata l’azione denigratoria verso il ‘mio Eroe’ che si è cercato di non riconoscere come tale”. 

Il legale di parte civile della vedova del carabiniere ha così commentato:  “È una soddisfazione morale minima tenendo conto che siamo partiti dall’ergastolo e se la stanno cavando tutto sommato a buon mercato. Il sesto grado di giudizio per una vicenda del genere mi sembra che basti e avanzi”. Impossibile, per  Rosa Maria Esilio,  vedova di Cerciello, trattenere l’indignazione per il processo, lungo, vergognosamente sleale, “per confondere responsabilità e motivazioni per biechi interessi in termini di sconti di pena “, dice,  che aggiunge ulteriore strazio ad un decesso violento come quello del marito Mario.

Rosa Maria non ci sta all’ulteriore riduzione della pena, aggiungendo: “L’aver calpestato e infangato da parte di alcuni protagonisti di questa tristissima vicenda giudiziaria la memoria di un giovane sposo, caduto mentre espletava il proprio servizio, con la complicità di una certa stampa e di taluni politici, non hanno fatto altro che mostrare il volto disumano di un falso pietismo che respingo al mittente”.

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La moglie di Mario Cerciello Rega  ha ribadito  che il marito, un  ” eroe con sogni semplici”,  è stato strappato alla dimensione terrena  come tanti servitori dello Stato che,  ogni giorno, si sacrificano e abnegano, rispettando un giuramento di fedeltà, perdendo la vita mentre qualcuno che li aspetta a casa, progettando assieme il futuro. La vedova ha  ribadito che ” Sentirsi abbandonati e sopraffatti non dovrebbe essere un sentimento da provare per coloro che dedicano la propria Vita agli altri”.

In chiusura, la vedova, come riportato dall’Ansa, ha detto: “E se mi vien chiesto cosa provo concludo dicendo di aver ascoltato davvero troppo, sentito davvero troppo, visto davvero troppo e sopportato altrettanto. Ogni giorno che passa mi stupisco per come ho affrontato questo deserto senz’acqua, assaporandone assenza, cattiveria, quella che ti aspetti e che non ti aspetti, egoismo, sopraffazione, menefreghismo, falso buonismo, collera, tradimento, disperazione, indecenza, delusione, sangue e morte…per anni e anni lacrime inghiottite e parole soffocate. Ma una piccola fiamma  dentro me ancora forse persiste…sarà la speranza?”.