Era il maggio del 2021 quando si consumò un altro tremendo femminicidio in un’abitazione presso il quartiere Balduina a Roma, dove l’autore televisivo Gianluca Ciardelli, tolse la vita alla moglie Lorella Tomei. Stando alla ricostruzione dei fatti, il killer colpì ripetutamente la moglie sul volto con un manufatto in ceramica.
Dopo aver consumato il delitto, Ciadelli tentò subito di depistare l’accaduto chiamando il figlio Simone al quale urlò sconvolto che la madre non si svegliava. In realtà, a quell’ora il crimine si era già consumato. Giunti presso l’abitazione nel quartiere Balduina, i carabinieri trovarono l’uomo steso sul letto accanto al cadavere intento a leggere un libro.
La successiva perizia psichiatrica effettuata dai medici legali accertò l’incapacità di intendere e di volere di Ciardelli, evidenziandone inoltre la pericolosità sociale. E’ di poche ore fa la sentenza della prima corte d’Assise di Roma, che ha assolto Gianluca Ciardelli perchè incapace di intendere e di volere al momento del fatto.
L’autore televisivo che eliminò Lorella Tomei nel maggio del 2021 dovrà restare 15 anni nella Rems di Ceccano, una struttura sanitaria di accoglienza per gli autori di reato affetti da disturbi mentali e socialmente pericolosi. Come si giustificò il giornalista Rai di questo tremendo delitto? “C’era un demone che usciva dalla testa di mia moglie“- dichiarò Ciardelli ai consulenti tecnici, per poi aggiungere: “i massoni mi orientano e mi hanno fatto fare questo”.
Quando in un’occasione qualcuno tentò di incalzarlo con le domande, il giornalista rispose: “Non continuate a chiedermi dell’’omicidio, non ricordo niente, sono stato posseduto”.
Nella requisitoria finale, il pm Antonio Verdi ha concluso dicendo che per il delitto commesso da Ciardelli una pena congrua sarebbe stata il massimo della pena, “ma in questo caso l’atto è stato commesso in stato di incapacità di intendere e di volere del soggetto”.