Juventus e calcio italiano in lutto, ci ha lasciati (2 / 2)

Il calcio italiano si trova a fare i conti con un doppio lutto: oltre alla scomparsa dell’ex calciatore Totò Schillaci, il mondo del giornalismo sportivo piange anche la perdita di Salvatore Lo Presti, uno dei più apprezzati e rispettati cronisti italiani. Nato in Sicilia, Lo Presti ha segnato il panorama del giornalismo sportivo con il suo stile unico e la sua dedizione.

Trasferitosi a Torino negli anni ’70, si è specializzato nella copertura delle vicende della Juventus, in particolare dell’era di Giovanni Trapattoni e Giampiero Boniperti, due figure centrali nella storia bianconera. Durante la sua lunga carriera, Lo Presti ha collaborato con tutte le principali testate giornalistiche sportive italiane, da “Corriere dello Sport” a “Tuttosport”, fino a “Gazzetta dello Sport”, dove ha ricoperto il ruolo di caporedattore fino al 2022.

Il suo lavoro ha lasciato un’impronta indelebile nel giornalismo calcistico, rendendolo un punto di riferimento per generazioni di giornalisti e appassionati di calcio. La sua capacità di raccontare le partite, coniugando precisione e passione, lo ha fatto emergere come una delle voci più rispettate nel settore.

Lo Presti non si è limitato a essere un cronista eccezionale: è stato anche un innovatore nel campo del giornalismo sportivo. Negli anni ’80, ha creato il primo “Almanacco del calcio mondiale“, un’opera che ha sistematizzato e reso accessibili informazioni dettagliate sul calcio internazionale. Questo almanacco ha rappresentato un prezioso strumento di consultazione per esperti e tifosi, dimostrando la sua visione lungimirante e la sua volontà di rendere il calcio accessibile a tutti. Colleghi e amici ricordano Lo Presti come una persona umile, generosa e sempre pronta a condividere il proprio sapere.

La sua eleganza narrativa e la sua conoscenza profonda delle dinamiche del gioco lo hanno reso un maestro per le nuove leve del giornalismo sportivo. Non è stato solo un cronista delle partite, ma anche un interprete raffinato delle strategie, delle tattiche e delle emozioni che animano il mondo del calcio. La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile, ma il suo lascito professionale continuerà a influenzare il giornalismo sportivo italiano.