La Società Nazionale di Salvamento, meglio nota con la siglia SSN, è uno dei punti di riferimento per quanto riguarda il salvataggio in acqua in tutto il nostro Paese. Ogni anno la SSN nelle varie provincie italiane dove opera forma centinaia di assistenti bagnanti che ricevono una formazione adeguata ai loro compiti.
La formazione di un assistente bagnanti prevede la perfetta conoscenza dei protocolli di emergenza, che i bagnini nelle scorse ore a Jesolo hanno applicato alla perfezione partecipando attivamente anche alle ricerche. “Il mare più sicuro, è il mare più infido. Ai genitori dico, attenzione, la spiaggia non è un parco giochi” – ha affermato Dino Basso presidente della SSN di Mestre.
“Quando un bagnante si rivolge alla torretta chiedendo aiuto nelle ricerche di una persona, inizia il passaparola tra bagnini attraverso la radio. In primo luogo viene fornito un identikit del bambino. Poi, si passa ad informare i bagnanti: il bagnino, con l’aiuto dei presenti, continua a sorvegliare la zona e contemporaneamente partecipa alle ricerche” – informa Basso che snocciola anche delle cifre precise.
Il presidente afferma che ogni anno oltre 30 bambini vengono persi in spiaggia e per alcuni di questi gli esiti sono purtroppo quelli visti a Jesolo. Le spiagge e il mare hanno dei pericoli che devono essere conosciuti.
“I genitori devono controllare i propri figli. Ripeto, la spiaggia non è un parco giochi. Ci vuole più attenzione. Il nostro mare viene visto come sicuro, quindi, uno che non sa nuotare, va a largo per poi ritrovarsi all’improvviso con tutto il corpo in acqua. Anche la riva può nascondere delle insidie, soprattutto i bambini vanno sempre sorvegliati” – conclude Basso intervistato da Il Gazzettino.