Oggi in Italia fuma il 24% degli adulti, con una media di 12 sigarette al giorno. Lo rivela il Rapporto sul Tabagismo 2024 dell’Istituto Superiore di Sanità. L’età del primo contatto con la nicotina è preoccupante: tra i 13 e i 14 anni. E sebbene il numero dei fumatori sia calato rispetto al 2008, negli ultimi anni il trend positivo ha rallentato, segno che le attuali politiche anti-fumo hanno bisogno di un nuovo slancio.
L’obiettivo è chiaro: ridurre il numero dei fumatori, soprattutto tra i più giovani, attraverso un aumento deciso della tassazione. Secondo un’indagine condotta da AstraRicerche per conto della Fondazione Umberto Veronesi, più della metà degli italiani sarebbe favorevole all’aumento del costo di un pacchetto di sigarette a 11 o 12 euro per combattere il tabagismo.
L’esperienza di Paesi come Francia e Irlanda, dove il costo di un pacchetto supera gli 11 euro, mostra un calo netto dei consumi. Ed è in quella direzione che guarda anche il 60% del campione intervistato: favorevole a un aumento delle tasse che raddoppi il prezzo attuale. Solo il 20% si dichiara contrario.
Inoltre, il 30% degli italiani afferma che smetterebbe di fumare se il costo raddoppiasse. Un altro 30% ridurrebbe il consumo. La maggior parte vorrebbe anche che le entrate fiscali derivanti dalle nuove accise fossero investite in prevenzione e sanità. La Fondazione Veronesi, insieme all’Associazione Italiana di Oncologia Medica, lancia così un appello alle istituzioni: serve una politica fiscale più coraggiosa.
“Il tabacco è responsabile dell’85% dei tumori di polmoni, bronchi e trachea”, ricorda Giulia Veronesi, chirurga toracica al San Raffaele di Milano. “Aumentare le tasse significa salvare vite e alleggerire i costi del Servizio Sanitario Nazionale“.