Italia sotto choc, hanno ucciso il Vip (2 / 2)

Il mondo del ciclismo è in lutto. Piange la prematura quanto improvvisa scomparsa del grande Davide Rebellin, ex ciclista italiano che, a soli 51 anni, nella tarda mattinata di oggi, a Montebello Vicentino, è stato travolto e ucciso da un camion. Tra i primi a dare il triste annuncio dell’investimento fatale, che ha raggelato gli italiani, specie gli appassionati di questo sport, è stato ‘Il Giornale di Vicenza’.

Secondo quanto si apprende, l’autista del mezzo, sarebbe uscito da uno svincolo nei pressi del ristorante-albergo La Padana, ad un chilometro circa dal casello della A24 di Montebello, colpendo il ciclista che è deceduto all’istante e non si è neppure fermato a prestare i primi soccorsi. I carabinieri, in queste ore così concitate, sono al lavoro per ricostruire la dinamica dell’incidente e per rintracciare l’autotrasportatore. Non è ancora chiaro se si sia accorto dell’impatto con il ciclista oppure no.

Rebellin aveva chiuso la sua lunghissima carriera, in cui è stato professionista per più di 30 anni, solo poche settimane. Una tragedia enorme che ci fa capire quanto gli incidenti stradali che mietono vittime sia una piaga della nostra società davvero difficile da domare. Fa raggelare ancor più chi ha nel Dna il ciclismo. Viene spontaneo pensare a ciò che accadde, solo qualche anno fa, nel 2017, ad un altro grande campione delle due ruote, Michele Scarponi, anche lui investito mentre si allenava in bicicletta nella sua Filottranno.

La carriera di Rebellin è costellata di successi. Classe 1971, era uno specialista delle classiche, in carriera ha vinto un’edizione dell’Amstel Gold Race (nel 2004), tre della Freccia Vallone (nel 2004, 2007 e 2009) e una della Liegi-Bastogne-Liegi (nel 2004), oltre a una tappa al Giro d’Italia. Il 9 agosto 2008 ai Giochi olimpici di Pechino, nel giorno del suo trentasettesimo compleanno, si aggiudicò la medaglia d’argento nella prova in linea, mentre nel 2018, a 47 anni, ottenne il terzo posto del Tour International di Orano in Algeria.

Nel settembre 2021 subì un grave infortunio, rompendosi tibia e perone nel corso di una gara ma, con determinazione, si è rimesso in sella per poter chiudere al meglio la sua carriera. Ha corso con dei giovani che potevano essere suoi figli, terminando l’attività agonistica il 16 ottobre 2022 sulle strade di casa alla Veneto Classic, con un trentesimo posto all’ età di 51 anni. Poche ore fa, un incidente stradale se l’è portato via.