Italia, scossa di terremoto: trema il sud del paese (2 / 2)

Nella quiete della notte tra domenica 18 e lunedì 19 maggio 2025, il cuore della Calabria è stato interessato da una lieve scossa di terremoto che, pur non causando danni né allarmando la popolazione, ha attirato l’attenzione degli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Il fenomeno è stato registrato esattamente alle ore 01:27 italiane (23:27 UTC), con epicentro localizzato nei pressi del comune di Serrastretta, in provincia di Catanzaro, più precisamente a circa 3 chilometri a nord-est del centro abitato.

Secondo i dati ufficiali diramati dall’INGV e raccolti dalla Sala Sismica di Roma, il sisma ha avuto una magnitudo locale (ML) pari a 2.4 sulla scala Richter ed è stato rilevato a una profondità ipocentrale di 10 chilometri. Le coordinate geografiche dell’epicentro corrispondono a 39.0343 di latitudine e 16.4318 di longitudine, in un’area dell’entroterra calabrese nota per la sua vivace dinamica geologica. Questo territorio, che si estende tra i rilievi delle Serre Calabresi e la piana lametina, è storicamente soggetto a una moderata attività sismica, frutto della complessa interazione tra le placche tettoniche che caratterizza l’intero bacino del Mediterraneo.

Sebbene la magnitudo registrata sia contenuta e non abbia provocato danni a persone o cose, la scossa è stata chiaramente percepita in alcuni centri limitrofi, soprattutto nei piani più alti delle abitazioni, dove i movimenti tellurici risultano più facilmente avvertibili. Non sono tuttavia pervenute segnalazioni di allarme alla Protezione Civile né richieste di intervento alle autorità locali, che hanno comunque monitorato l’evolversi della situazione in stretto contatto con le strutture scientifiche preposte. L’episodio, pur di lieve entità, riaccende l’attenzione sulla vulnerabilità sismica del territorio calabrese, una delle regioni italiane a più elevata pericolosità sismica.

Serrastretta e i comuni circostanti si trovano in una zona classificata come sismicamente attiva, dove nel corso degli anni si sono verificati terremoti di diversa intensità, talvolta con effetti significativi. Eventi come quello odierno, seppur modesti, fanno parte di un’attività sismica di fondo che gli esperti monitorano costantemente per intercettare eventuali segnali premonitori di fenomeni più intensi. La Calabria, crocevia di faglie profonde e articolate, è da sempre oggetto di studio da parte dei geologi e dei sismologi italiani e internazionali. L’interazione tra la microplacca adriatica, quella africana e quella euroasiatica genera un campo di stress tettonico che si scarica in modo discontinuo lungo linee di faglia distribuite sia lungo la costa tirrenica che nelle zone interne, come appunto l’area di Catanzaro.

La profondità intermedia del sisma registrato (10 chilometri) è tipica di eventi che non risultano particolarmente distruttivi, ma che contribuiscono a ricordare quanto il monitoraggio continuo sia fondamentale per garantire la sicurezza e la prevenzione in un territorio esposto a questo tipo di fenomeni naturali. Va sottolineato che l’INGV, grazie alla sua rete sismometrica distribuita capillarmente su tutto il territorio nazionale, è in grado di rilevare in tempo reale ogni minimo movimento della crosta terrestre. La tempestività della comunicazione dell’evento, avvenuta pochi minuti dopo la registrazione, testimonia l’elevata efficienza del sistema di sorveglianza sismica italiano. È anche grazie a questa rete che la popolazione può contare su una fonte ufficiale di informazioni accurate e affidabili, indispensabili per comprendere la natura e la portata dei fenomeni tellurici.