Il Sud Italia ha tremato e la scossa, di magnitudo 2.7, è stata registrata al largo della Calabria, nel Tirreno Meridionale, ad una profondità di 335 km. In tantissimi sono stati coloro che hanno esternato le loro sensazioni e preoccupazioni sui social, nell’immediatezza del terremoto.
Dopo la scossa, i residenti si sono riversati in strada, temendo che ne seguissero altre più intense. Per fortuna, allo stato attuale, non risultano danni a cose e persone ma continua il monitoraggio delle autorità che collaborano col nostro Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Sui social c’è chi ha chiesto: “L’avete sentita?”, sperando di ricevere qualche rassicurazione in grado di attutire l’ansia di quei momenti. Le strumentazioni, sempre più sofisticate, permettono di avere sempre la giusta sorveglianza del territorio, con tutte le info utili alla geolocalizzazione dell’evento sismico.
Negli ultimi mesi, il Sud Italia è stato spesso esposto a fenomeni sismici. Il 17 marzo, a Catanzaro è stata avvertita una scossa di terremoto di magnitudo 3.4 , ad una profondità di 9 km e nei giorni successivi sono state registrate altre scosse di magnitudo tra 2.0 e 3.4. In Calabria si stanno verificando, sempre più frequentemente, terremoti profondi , a causa della subduzione della litosfera ionica sotto la regione.
L’ area di subduzione, nelle zone profonde, può raggiungere centinaia di chilometri e proprio questo spiega perché nel territorio si verificano spesso terremoti a profondità elevate. Allo stato attuale è stata esclusa una correlazione con il vulcano Marsili, un cratere sottomarino che viene costantemente controllato e monitorato. Secondo una ricerca dell’INGV, un’eruzione violenta del Marsili, potrebbe provocare uno tsunami, ragion per cui le autorità non abbassano mai la guardia. Ovviamente i sismografi, in tempo reale, ci forniscono tutte le dritte sui sismi .