Italia, pessima notizia sui carburanti a partire dal 1° Dicembre (2 / 2)

Stamane, 22 novembre 2022, in Consiglio dei ministri, si è discusso sull’azzeramento dell’Iva su alcuni beni alimentari come pane, pasta e latte, che non ha ricevuto l’azzeramento. Lo sconto sul prezzo dei carburanti, che nei scorsi mesi era stato applicato dal governo Draghi, per aiutare i cittadini alle prese con il caro benzina, è stato invece approvato.

Questo viene ora tagliato da 30,5 centesimi a 18,3 centesimi: in altre parole, la benzina da dicembre sarà più cara. Ma cosa significa tutto questo in termini semplicistici? Se oggi beneficiamo di uno sconto di 30,5 centesimi al distributore, grazie al taglio di 25 centesimi sul prezzo, a partire dal primo dicembre invece lo sconto sarà quasi la metà, di soli 18,3 centesimi. Una riduzione che non interesserà gli autotrasportatori, che seguono altri regimi. Le accise sulla benzina, fino al 31 dicembre 2022, passeranno a 578,40 euro ogni mille litri, mentre per il diesel si fermeranno a 467,40 euro.

Il ministro Francesco Lollobrigida, dopo il vertice di maggioranza del pomeriggio, aveva dichiarato alla stampa: “Quando è intervenuto lo sconto sulle accise la benzina era molto al di sopra dei prezzi attuali. Noi, avendo una coperta un po’ corta in termini economici, dobbiamo scegliere cosa sostenere. Abbiamo ritenuto necessario il lavoro, le imprese e cittadini deboli: alcune cose si sono potute mantenere anche sul piano delle accise, ma bisognava aiutare la nazione a ripartire”.

Ancora prima del via libera del Cdm, il Codacons era intervenuto, mostrandosi assolutamente contrario alla riduzione del taglio delle accise. Il presidente dell’associazione per i consumatori, Carlo Rienzi, aveva detto: “Si tratta di una misura assurda che avrà effetti diretti e indiretti pesantissimi sulle tasche degli italiani“, aggiungendo: “In primo luogo la riduzione del taglio delle accise provocherà un rialzo immediato dei prezzi di benzina e gasolio alla pompa di 12,2 centesimi al litro e una maggiore spesa pari a +6,1 euro a pieno, +146 euro annui a famiglia ipotizzando due pieni mensili di carburante, conto che sale al crescere dell’utilizzo dell’automobile da parte dei cittadini”.

Rienzi ha chiosato: “In secondo luogo, fatto ancora più grave, l’abbassamento del taglio dell’accisa produrrà pesanti effetti indiretti, con un aumento dei prezzi al dettaglio per i beni trasportati, considerato che l’85% delle merce in Italia viaggia su gomma. Ci saranno quindi conseguenze negative sull’inflazione, in un momento in cui i listini al dettaglio andrebbero calmierati”. Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, sostiene quanto la riduzione dello sconto sul prezzo del carburante sia un atto da kamikaze. Un suicidio politico.