Italia, le ricerche sono terminate nel peggiore dei modi: ritrovato il corpo senza vita (2 / 2)

Dopo due settimane in cui gli inquirenti hanno indagato senza sosta per far luce sul giallo della scomparsa di Marta Di Nardo, si è arrivati ad una tremenda svolta. Della 60enne si sono perse le tracce il 4 ottobre da via Pietro da Cortona 14, all’Acquabella. Alla fine di una giornata di sopralluoghi, il  cadavere della donna, fatto a pezzi, in avanzato stato di decomposizione, è stato ritrovato, nella serata di ieri, dai carabinieri del nucleo o investigativo di Milano e della compagnia Milano Porta Monforte.

A finire nel mirino delle forze dell’ordine è il 46enne Domenico Livrieri,  vicino di casa, da tempo in cura per tossicodipendenza e problemi psichiatrici,  che avrebbe fatto fuori la povera donna, per poi occultarne il corpo in una sorta di sgabuzzino, ricavato nel soffitto della cucina. Come nei peggiori film dell’orrore, ma stavolta nella realtà, il corpo martoriato  è stato diviso  in due pezzi,  avvolto da alcune coperte.

E’ dunque attorno a Livrieri che si è ristretto il cerchio dei sospettati dell’ennesimo femminicidio che va ad aggiungersi alla lunga lista di donne decedute per mano di ex, compagni estranei, gente dotata di un’abominevole crudeltà che, con accanimento, si è accanita sul loro corpo, sino al fermo per omicidio volontario. Ad incastrare il 46enne ci sono stati diversi particolari.

A casa della 60enne, difatti, sono state trovate “tracce della presenza dell’uomo” ma “in un periodo successivo alla sua scomparsa”. Nell’abitazione dell’uomo, i carabinieri, nell’interpellarlo, hanno subito constatato nelle incongruenze nel suo racconto, fino a quando ieri, in serata, grazie al prezioso intervento dei vigili del fuoco, è stata fatto il macabro recupero del corpo martoriato di Marta.

E’ stato il figlio della donna, che vive fuori città e che aveva pochi rapporti con lei, il 17 ottobre, a fare denuncia di scomparsa. Da quanto si apprende a mezzo stampa, la signora Di Nardo era in cura al Cps per alcuni problemi psichiatrici, soffrendo forse di ludopatia, aggirandosi in quartiere a chiedere monetine. E’ dal 4 ottobre che di lei non si è saputo più nulla, sino al ritrovamento del suo corpo fatto a pezzi.  Ad oggi non è chiaro il movente del femminicidio. Dal Corriere di Milano apprendiamo che chi l’ha fatta fuori abbia nascosto il corpo magari per poter incassare la sua pensione.