Gravissimo episodio all’ospedale Santa Chiara di Trento, dove Zoe Anne Guaitivic, 39 anni e incinta al sesto mese, è deceduta improvvisamente in sala operatoria. Secondo i primi accertamenti, il decesso sarebbe avvenuto per uno shock settico iperacuto, probabilmente scatenato da un’infezione batterica.
L’avvocato della famiglia ha indicato come possibile causa la contaminazione da Escherichia coli, forse riconducibile al consumo di formaggio prodotto con latte crudo. La vicenda ha sollevato immediate reazioni dal mondo scientifico. Dopo la triste fine di Zoe Anne Guaitivic, l’infettivologo Massimo Bassetti è intervenuto con un appello pubblico contro il consumo di latte crudo.
In un video pubblicato sui social, ha sottolineato l’importanza della pastorizzazione, un trattamento fondamentale per eliminare agenti patogeni presenti nel latte appena munto. “Se il latte si pastorizza ci sarà una ragione – ha spiegato Bassetti –. Smettiamola di dire che quello crudo è più puro: non è vero. Anzi, è potenzialmente pericoloso.”
L’infettivologo ha messo in guardia soprattutto le famiglie con bambini, consigliando di far consumare solo latte pastorizzato, specialmente ai più piccoli sotto i 5 anni, ma anche fino ai 10, e alle persone fragili. Il caso ha riacceso il dibattito sulla sicurezza alimentare e sulla necessità di contrastare disinformazione e mode pericolose.
Bassetti, in linea con altri esperti come il virologo Burioni, invita a un approccio scientifico e responsabile all’alimentazione: “Il latte crudo può sembrare naturale, ma può contenere batteri letali. La salute viene prima di tutto.” Burioni ha poi messo in guardia anche sul consumo di formaggi freschi non pastorizzati, raccomandando la massima attenzione da parte dei consumatori e un controllo scrupoloso della filiera alimentare. I rischi aumentano in particolare per le persone con un sistema immunitario indebolito, per cui anche piccole quantità di batteri possono risultare fatali.