Tutti quanti noi, appassionati di cronaca, abbiamo seguito la storia di Salvatrice Bice Gullotta che scappò da un Rsa di Faenza per andare a vedere il mare, ritornando nei luoghi in cui ha vissuto quando era bambina. La notizia rimbalzò su tutti i siti nazionali, sino a quando, poche ore fa, è arrivato il triste annuncio del suo decesso.
Un passato da dipendente di un ufficio postale, quello della signora Bice, strappata all’affetto dei suoi cari da un infarto, avvenuto a Roma. L’81enne aveva conquistato i cuori di tutti da diversi mesi, quando chiese a gran voce la revoca dell’ amministratore di sostegno, riottenendo la propria libertà.
Il legale Giuliano Lelli Mami ha esordito così: “La signora Bice era ricoverata in ospedale a Roma ed è morta per un infarto” . Bice avrebbe chiesto all’autorità giudiziaria di disporre una eventuale consulenza d’ufficio medico-psichiatrica per revocare l’amministratore di sostegno, manifestando gioia di vivere. L’avvocato ricorda una frase da lei pronunciata nei suoi confronti: ” Sono Felice. Tu sei mio Figlio. Ti voglio bene”.
Chi ha seguito il caso della sua scomparsa, ricorderà che fuggì dall’ Rsa dove si trovava a Faenza, approfittando di un momento di distrazione del personale della struttura, prendendo un treno a bordo del quale scese in Riviera, giungendo all’Hotel Flora in cui soggiornava durante le vacanze.
La donna era taciturna, silenziosa, ma aveva trovato la forza di chiedere aiuto alla parrocchia. Lì aveva raccontato quanto fosse dura vivere in una casa di riposo. Oggi l’Italia intera si stringe attorno alla sofferenza dei familiari, cui porgiamo le nostre più sentite condoglianze. Da Nord a Sud, l’Italia è raccolta in preghiera per la povera donna venuta improvvisamente a mancare.