Italia in lutto, Thomas non ce l’ha fatta: morto dopo 2 settimane di agonia

Una comunità è in lutto per la morte di Thomas, vediamo che cosa è accaduto. Nessuno se lo sarebbe mai aspettato, la notizia è purtroppo appena arrivata in redazione.

Italia in lutto, Thomas non ce l’ha fatta: morto dopo 2 settimane di agonia

Nel mondo accadono ogni giorno fatti più o meno eclatanti, alcuni dei quali colpiscono in particolar modo l’opinione pubblica. Spesso si tratta ad esempio di decessi dovuti a malori improvvisi, una circostanza quest’ultima che in questo periodo sta interessando in particolar modo il nostro Paese, dove molte persone stanno perdendo la vita tutto ad un tratto. Ma poi ci sono anche altri fatti di cronaca molto gravi, come ad esempio incidenti stradali o omicidi.

Ma ci sono altri fatti che sono comunque importanti anche se non si tratta di tragedie. La vicenda che vi stiamo per raccontare ha comunque a che fare con un dramma che ha sconvolto una intera comunità. Nessuno si sarebbe mai aspettato una cosa del genere, nei prossimi paragrafi andremo a vedere quindi che cosa è successo. 

Thomas è morto

Secondo quanto si apprende dalla stampa locale e nazionale, lo scorso 4 dicembre, Thomas Bombace, un ragazzino di soli 12 anni è stato investito su via Acquicella Porto a Catania. Immediatamente sul posto si sono precipitati i soccorsi, per questo il ragazzino è stato trasferito d’urgenza presso il più vicino ospedale. 

Qui, pur se sottoposto a tutte le cure del caso, Thomas non ce l’ha fatta ed è morto dopo due settimane di agonia . Il suo cuore si è spento nelle giornata di martedì scorso, poco prima che scattasse il giorno del suo 13esimo compleanno. Secondo quando si apprende dalle parole dei famigliari l’auto che ha colpito il 12enne viaggiava al buio e con i fari spenti

“Adesso sei con Gesù piccolo cuginetto, spero che tu possa essere un esempio per il futuro delle strade” – così ha scritto un famgliare, Marco Bombace, che scrivendo il post conferma come appunto l’auto che ha investito Thomas viaggiasse a fari spenti. “Questo si chiama ergastolo di dolore per i famigliari, sopratutto per i genitori. Ma non posso tollerare l’ennesima vittima della strada. Lo Stato non mette controlli, non se ne può più, ma Dio è grande e farà la sua giustizia, piccolo Thomas” – così poi conclude lo stesso famigliare. 

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