Noemi, 20 anni, vedendo un coniglietto in fin di vita per strada, ha cercato di rianimarlo. Il suo fidanzato ha messo le quattro frecce, a caccia di un veterinario che potesse salvarlo. Tutto ad un tratto, ha visto dei fari in lontananza, mentre un’auto , venendo incontro, senza rallentare, viaggiando a 100 all’ora, ha colpito la sua ragazza in pieno.
Noemi ha fatto un volo di 50 metri ed è stata catturata dal video della telecamera di sua sorella Alyssa, che ha assistito alla sua testa che si è spezzata, dopo la tibia e dopo il braccio. Tutto questo è successo il 29 marzo e l’uomo che l’ha investita, uccidendola, è il 33enne Vincenzo Crudo, che abita a Fenegrò, Como e che si è messo al volante ubriaco.
L’uomo , dopo averla colpita non l’ha soccorsa, ripartendo a grande velocità, sino a prendere una rotonda contromano e darsela a gambe sulla strada comunale che porta a Lurago Marinone. Secondo l’autopsia, Noemi è deceduta sul colpo, in quanto aveva l’osso cervicale spezzato. Nell’effettuazione de l’alcoltest, viene trovato un tasso di 1.46, di pochissimo inferiore a 1.50.
L’uomo ha inizialmente detto di non c’entrare nulla con il decesso di Noemi, sino a quando, dopo tre mesi, il 19 giugno, ha confessato, dichiarando: “Ho colpito io Noemi”. Il gip ritiene che può lasciare la cella e andare ai domiciliari ma la famiglia di Noemi non ci sta, dicendo: “Stiamo aspettando che il pm integri le indagini con i risultati ottenuti dai nostri periti. Per esempio abbiamo dimostrato che il tasso alcolemico alle 2 di notte, al momento dell’impatto, era di 1,80. Con un valore così alto la pena va dagli 8 ai 12 anni”.
Il legale ha illustrato che cosa cambia sul piano giuridico, dicendo: “Con un tasso sotto 1,50, con una pena più bassa e con il rito abbreviato l’indagato potrebbe ottenere una condanna inferiore ai 4 anni e richiedere l’affidamento ai servizi sociali. Se invece si riconosce che il tasso era maggiore di 1,50, sotto i 7 anni non ci andrà. E di conseguenza si farebbe il carcere”.