
Per chi la conosceva, era il simbolo di una vitalità inesauribile, ma il destino ha voluto che Orietta non brillasse più in questo mondo, strappata all’esistenza terrena, all’amore e all’affetto che la gente nutriva per lei.
Non si può dimenticare Orietta Marin che, in sella alla sua bicicletta, era divenuta il simbolo della sua città, in quanto il suo mezzo a due ruote rappresentava un flash di colore acceso contro il grigio del mare e l’asfalto. Ora che la donna è deceduta, quel mezzo è rimasto parcheggiato, lasciando un vuoto inatteso, un silenzio improvviso nello scenario quotidiano.
La Marin è una donna che ha dedicato la sua esistenza alla scuola e allo sport, nota per il suo inconfondibile e contagioso sorriso travolgente. Per lei, muoversi in sella alla sua bici era un atto di profonda libertà. L’attesa dei concittadini di veder nuovamente sfrecciare, nel suo vortice di energia, si è scontrata all’improvviso con la notizia che ha fermato l’aria di un’intera città.

Orietta Marin, la professoressa della “Bicicletta Rosa” si è spenta dopo una vita interamente dedicata alla scuola e alla diffusione del benessere fisico. La sua eredità, però, è molto più vasta del ricordo della sua figura in sella. Nel campo del fitness, Orietta è stata una vera e propria pioniera, portando per prima in città discipline rivoluzionarie. Si partiva dagli esordi della Danza terapia (ispirata dalla guru Maria Fuchs), passando per lo yoga, l’Aerobica e l’avvento dell’Acqua Gym, fino alla diffusione meticolosa del Pilates.
Si teneva in costante aggiornamento, amando frequentare perfino le scuole della Florida. Per lei, la cucina era un’arte che, come lo sport, consentiva di dar sfogo alla fantasia e alla libertà di esprimersi. Nonostante l’amore per il cibo, non esitava a muovere severe critiche ai più rinomati chef stellati. L’ultimo insegnamento che lascia è proprio quello della ricerca inarrestabile.