Una vera e propria tempesta di ghiaccio ha colpito ieri pomeriggio il Veneto. Il cielo è improvvisamente diventato nero e ha iniziato a scaricare chicchi di grandine grossi come noci. Un evento meteorologico fortissimo che in pochi minuti ha trasformato strade e campagne in un paesaggio da brividi.
Oggi, a distanza di 24 ore, si comincia a fare i conti con quanto accaduto. Nella zona tra Treviso e Vicenza, soprattutto nei comuni di Altivole e Riese Pio X, i segni della grandinata sono ovunque: automobili con il cofano ammaccato come carta stagnola, serre agricole sfondate, tetti danneggiati. “Non ho mai visto nulla del genere in 50 anni di vita qui“, racconta commosso Luigi, un agricoltore di San Vito che ha perso un intero raccolto di frutta in pochi minuti.
A far discutere è soprattutto quanto accaduto ad una donna che era andata a prendere il figlio da scuola. “Stavo camminando tranquilla con l’ombrello – racconta – quando all’improvviso un chicco enorme lo ha spezzato e mi ha colpito un dito”, ha detto. Il pronto soccorso dell’ospedale di Montebelluna ha registrato diversi accessi per traumi lievi, ma la fortuna è stata che non ci siano state conseguenze più gravi considerata l’entità della precipitazione.
Le chiamate al 115 sono arrivate a raffica. “Abbiamo lavorato senza sosta per ore“, spiega il caposquadra dei pompieri di Treviso. Gli interventi più urgenti? Rimuovere alberi pericolanti, mettere in sicurezza tetti danneggiati e liberare tombini intasati dalla grandine mista a fogliame. A complicare il tutto, le strade allagate che hanno creato non pochi problemi alla circolazione nel tardo pomeriggio.
Mentre i sindaci dei comuni colpiti valutano se chiedere lo stato di calamità naturale, l’episodio riapre il dibattito sugli eventi meteorologici estremi. “Quello che una volta era eccezionale ora rischia di diventare la norma“, commenta preoccupato un climatologo dell’Università di Padova.