Il Comune di Lipari ha vietato, con ordinanza, la balneazione su circa 47 chilometri di costa, su un totale di 117 e questo provvedimento vale per tutte le isole dell’arcipelago, eccetto Salina, che ha un’amministrazione autonoma. Secondo l’ordinanza, molte delle zone più frequentate e suggestive delle Eolie sono comprese nel divieto, generando preoccupazione tra turisti, operatori e skipper.
A ben vedere, questa ordinanza del 2025 è identica a quelle dei due anni precedenti ed è volta a proteggere l’incolumità dei bagnanti dalla caduta massi, come è successo a Valle Muria a Lipari o la baia della Grotta del Cavallo a Vulcano. Parliamo di zone stupende sotto l’aspetto della biodiversità e di scenari ma molto pericolose . Al di là del divieto messo per iscritto, non vengono effettuati controlli costanti, ragion per cui in tanti continuano a bagnarsi in quella zona.
L’ordinanza ha una funzione cautelativa più che operativa. Se qualcuno ignora il divieto apposto con ordinanza, facendosi male, è come se il Comune dicesse: ti avevo avvisato in anticipo.
Il Comune dovrebbe pensare all’installazione capillare di reti contenitive nei punti più critici, come è successo a Chiaia di Luna, a Ponza, ma solo dopo che si sono avute brutte conseguenze. Urgono misure di prevenzione adeguate. Nel frattempo, si spera che la segnaletica delle aree interdette alla balneazione possa essere sempre chiara e ben visibile, sia da terra che da mare.
Chi arriva in barca, dovrebbe riconoscere i tratti di costa vietati e dovrebbe essere consentito ai bagnanti che raggiungono le spiagge da terra, evitare inconsapevolmente zone potenzialmente pericolose. Certo, l’ordinanza esiste, non la si può ignorare per cui massima attenzione. Il buon senso, in primis.