Italia, evacuazione totale: ecco cosa sta succedendo e perchè (2 / 2)

Domani, martedì 7 maggio, Viterbo rivivrà una situazione già vissuta esattamente diciassette anni fa: una massiccia evacuazione sarà necessaria per consentire agli artificieri dell’esercito di disinnescare un ordigno d’aereo risalente alla Seconda guerra mondiale. Si tratta di un ordigno inesploso dal peso di circa 2000 chili, scoperto durante lavori edilizi in un cantiere di via Alcide De Gasperi lo scorso marzo.

Questa bomba, simbolo di un passato bellico, richiederà un raggio d’evacuazione di 1400 metri e coinvolgerà circa 36.000 residenti. Le autorità, coordinate dalla Prefettura, hanno pianificato attentamente l’operazione, assicurando l’assistenza e la sicurezza dei cittadini.

L’evacuazione avrà inizio alle 6 del mattino, con tre centri di accoglienza allestiti presso le parrocchie di Santa Barbara, Santa Maria della Grotticella e la chiesa parrocchiale della Sacra Famiglia. Sarà fondamentale portare con sé oggetti indispensabili come farmaci, telefono e documenti.

Diverse misure sono state adottate per garantire la sicurezza durante l’operazione, compresi droni delle forze di polizia per sorvolare la zona e un divieto di sosta. Carabinieri, polizia, finanza, vigili del fuoco e protezione civile saranno impegnati nella gestione dell’evacuazione. La Asl di Viterbo e l’ospedale Belcolle hanno predisposto disposizioni speciali, tra cui la sospensione delle attività ambulatoriali per consentire ai medici di dedicarsi al Pronto soccorso.

Anche i servizi di dialisi, day hospital oncologico e radioterapia saranno regolarmente attivi, garantendo il necessario supporto ai pazienti. Questa operazione richiama alla memoria un precedente “bomba day” avvenuto nel 2007, quando una situazione simile portò all’evacuazione di 28.000 persone nel quartiere Santa Lucia.