L‘Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa, come riportato da diversi siti d’informazione che hanno ripreso la notizia, è alla sua quinta fase parossistica e il cratere Voragine è il protagonista, dando vita a altissime fontane di lava , con l’emissione una nube vulcanica alta 10 chilometri. La cenere è stata dispersa in direzione Sud-Est, finendo su diversi centri abitati.
Dal cielo, invece, sono cadute parecchie “pietre vulcaniche” e i residenti, a mezzo social, hanno comunicato di aver sentito dei fortissimi boati. L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania ha emesso un bollettino di allerta per il volo.
L’ampiezza media del tremore vulcanico è aumentata intorno alle 03.20 di notte, portandosi da valori medio – alti a molto alti alle 04:40.
Il fenomeno eruttivo è andato sempre più crescendo, trasformandosi in fontana di lava. Il tremore vulcanico, allo stato attuale, secondo gli ultimi aggiornamenti, si sta attenuando ma la situazione continua ad essere attentamente monitorata dagli esperti che, in tempo reale, ci illustrano cosa sta accadendo, tenendo in mente che tutto può evolversi da un momento all’altro.
La Sac, che gestisce l’aeroporto di Catania, ha fatto sapere via social che: “In seguito alle attività vulcaniche dell’Etna, l’Unita di crisi ha disposto la chiusura del settore B1 e la riduzione degli arrivi a sei voli all’ora. I passeggeri sono pregati di verificare con la compagnia aerea lo stato del proprio volo”. Le eruzioni vulcaniche, specie se riguardanti il nostro Etna, generano sempre un certo stato d’allerta, come comprensibile che sia, per il timore che tutto possa sfuggire di mano e la storia vulcanologica nazionale è l’esempio lampante di come, dinnanzi a questo fenomeno, non si possa davvero far nulla, se non sperare che la natura non irrompa con tutta la sua massima forza.