Italia, dramma ferroviario: inutili i soccorsi (2 / 2)

Nella stazione di Santhià, in provincia di Vercelli, un  ragazzo di origini straniere, non ce l’ha fatta. E’ deceduto, dopo essersi aggrappato disperatamente all’esterno di un treno regionale veloce che era partito in tarda sera da  Milano e che era  diretto a Torino. Pare che fosse  l’ultimo della giornata e  che il giovane non avrebbe voluto perderlo.

In tanti si  chiedono cosa ci sia, per davvero, alla base di questa straziante vicenda. Proprio per rispondere ai mille dubbi, legittimi, che ruotano attorno a questo fatto,  dunque se si sia trattato di un maledetto scherzo del destino o al contrario di un gesto estremo, le autorità indagano a 360 gradi. Purtroppo, il treno non si è accorto del  giovane, e si è fermato tempo dopo.

Il convoglio , giunto  stazione di Bianzè, diversi chilometri dopo Santhià,  ha arrestato la sua corsa e solo allora, si è scoperto il corpo del povero ragazzo, privo di vita.   Una scena che ha lasciato sgomenti i presenti,  inermi dinnanzi a ciò che, purtroppo, si era già materializzato.

L’autorità giudiziaria e la Polizia Ferroviaria (Polfer) sono intervenute prontamente per avviare le indagini,  in modo da capire quali sono le  motivazioni  sottese a questa sconvolgente vicenda.

Peraltro non è l’unica. Solo un mese fa, il 12 gennaio, un 17enne si è tolto la vita, gettandosi sotto un treno alla stazione di Vercelli. Il ragazzo, originario di Galliate, in provincia di Novara, frequentava un istituto superiore di Vercelli ed era stato ospite di una comunità per minori. Ci si chiede cosa abbia spinto questo giovane a rischiare la vita così.  Al momento,  sono troppe le tematiche che si intrecciano,  come  integrazione, supporto sociale e salute mentale.  Da ogni angolo d’Italia, continuano a giungere messaggi di cordoglio.