
Una potente saccatura atlantica, con asse sud-ovest/nord-est, si sta approfondendo sul Mediterraneo centrale, innescando una configurazione meteorologica ad alto rischio alluvionale per il Nord Italia.
La particolare inclinazione di questo sistema favorisce il rilascio di energia atmosferica, con correnti ascendenti che generano nubi dense e precipitazioni intense, mentre al suolo si formano minimi barici estremamente attivi.
A peggiorare il quadro interviene il vortice mediterraneo Hans, insolitamente profondo per il mese di aprile, che impatta contro le Alpi. Il fronte perturbato associato rimane quasi stazionario, bloccato dall’alta pressione sui Balcani, ma continua a essere alimentato da aria calda e umida trasportata da venti meridionali.

Le regioni più esposte sono Liguria, Piemonte e Lombardia, dove le piogge persistenti stanno raggiungendo livelli record: le ultime proiezioni indicano accumuli superiori ai 400 mm in 48 ore nelle zone montuose del Nord-Ovest. Quello che colpisce non è solo l’intensità dell’evento, ma la sua stagionalità .
Fenomeni alluvionali un tempo tipici dell’autunno si verificano ora in primavera, estate e inverno, segnando una chiara accelerazione della crisi climatica. Il Mar Mediterraneo, con temperature in costante aumento, agisce come un innesco locale per la formazione di cicloni, ma il meccanismo è guidato da dinamiche globali: il trasporto di enormi quantità di vapore acqueo, che trova sfogo tra Alpi e Appennino, alimenta precipitazioni estreme.