Italia, bimbo di 10 anni chiama i carabinieri, l’operatrice rimane scioccata: “Aiuto” (2 / 2)

Intorno alle 3:00 di notte, alla centrale operativa del 112 di Empoli giunge una richiesta d’aiuto. Una vocina, quella di un bimbo di soli 10 anni, sussurra in silenzio, per paura di essere colto flagrante: “Buongiorno, il babbo sta picchiando la mamma. Ho bisogno di aiuto”. Parole forti, specie se pronunciate da un minore, a quell’ora di notte. Tra le mura domestiche, sta assistendo, suo malgrado, ad una scena di violenza, quella di un padre che sta riempendo di calci e botte la mamma. Teme che le possa succedere qualcosa e che anche le sue sorelline possano essere colpite.

E’ in corso un pestaggio, alla presenza dei tre figli di una coppia. Dall’altro capo del telefono, a prestare soccorso, c’è Caterina Lorenzoni, operatrice del 112. E’ lei a prendere in carico la chiamata; una richiesta esplicita d’aiuto di un piccolo che ha capito quanto, l’aggressione in corso, possa trasformarsi, prendendo una piega tragica.

Caterina, a fronte della sua esperienza, cerca di tranquillizzare il bimbo in modo da poter raccogliere tutte le informazioni utili a far arrivare una pattuglia della polizia presso l’abitazione. Ha bisogno dell’indirizzo preciso, ma deve chiederlo ad un bambino che sta assistendo ad una scena orribile. Riesce a reperire i dati che le servono e invia immediatamente un’auto della polizia. Gli agenti riescono a mettere in manette l’aggressore.

Termina così l’incubo di un intero nucleo familiare, in preda alla furia del capofamiglia; di colui che, in quella casa, stando ad una concezione tradizionale, avrebbe dovuto preservare i restanti componenti da attacchi esterni. Paradossalmente, come purtroppo spesso accade, era lui il carnefice, che stava incutendo terrore negli occhi delle povere vittime della sua furia.

Il peggio è stato scongiurato grazie all’immediata chiamata del bimbo, all’abilità dell’operatrice e alla prontezza dei poliziotti. In un video pubblicato su Facebook dal presidente toscano Eugenio Giani, l’operatrice che ha ascoltato la richiesta d’aiuto del bambino, adoperandosi immediatamente, ha dichiarato: “Sono formata per questo. Ho fatto solo il mio lavoro. Non mi sento un eroe. Semmai lo è il bambino”.