L’inizio di weekend sarà contrassegnato dall’azione congiunta di ben due cicloni sull’Italia, che manterranno elevato il rischio di maltempo su molte regioni del nostro Paese. Insomma, non bastava il vortice che da alcuni giorni staziona tra le regioni del Sud e del Centro Italia; ora, dal Nord Europa, un nuovo vortice carico d’aria fredda si dirigerà verso l’area del Mediterraneo, andando ad alimentare ulteriormente quello già in azione sul nostro territorio.
Detto ciò, ecco che la prima parte del fine settimana sarà decisamente compromessa sul fronte meteo. Sabato 29 sarà una giornata sotto il segno della forte instabilità. Ci aspettiamo infatti piogge e temporali soprattutto al Nord Est, su gran parte delle regioni del Centro e nel Mezzogiorno. Si tratterà dei fenomeni tipici della Primavera, di breve durata, ma che in alcune zone potrebbero risultare molto intensi, con anche delle grandinate. Da segnalare inoltre qualche nevicata sui rilievi alpini orientali intorno ai 1400 metri e a quote un po’ più alte lungo la dorsale appenninica.
Più asciutto invece sulle regioni del Nord Ovest e su parte delle due Isole Maggiori, fatta eccezione per qualche possibile piovasco sui settori tirrenici della Sicilia; da segnalare inoltre un netto rinforzo del Maestrale, che soffierà con raffiche di burrasca sulla Sardegna, dove le folate potrebbero arrivare a 100 km/h.
Dalla giornata di Domenica 30 però, un campo di alta pressione proverà a farsi strada verso l’Italia, coinvolgendo quanto meno le regioni del Nord e quelle tirreniche, dove avremo maggiori spazi soleggiati. Su questi settori, inoltre, le temperature sono previste in deciso aumento, con punte massime fin verso i 20-22°C durante le ore pomeridiane.
Altrove il ciclone manterrà ancora attiva la sua azione con il rischio di piogge, specie sulle regioni meridionali, su quelle adriatiche e in Sicilia. Si tratterà tuttavia di una fase di brutto tempo meno intenso rispetto ai giorni precedenti. L’arrivo dell’alta pressione getterà le basi per una prossima settimana più stabile? L’ultimo aggiornamento del Centro Europeo non è molto d’accordo.