L’inasprimento dei dazi Usa ha colpito soprattutto la Apple. Se l’azienda ha la sua sede principale nella Silicon Valley, il suo prodotto di punta, l’iPhone, è prodotto in Cina, Vietnam e India. Dal momento che le azioni del colosso sono crollate clamorosamente, cosa che non succedeva dai tempi della pandemia, quello che stiamo per comunicarvi è davvero difficile da ingoiare.
La Apple, che ha la sua catena produttiva strettamente dipendente dai Paesi asiatici, dove vi è la forza lavoro specializzata per la realizzazione dei suoi dispositivi, è la più colpita dall’aumento dei dazi doganali statunitensi.
Insomma, proprio i dispositivi, peraltro gettonatissimi tra i giovanissimi, con la famosissima mela morsa, sono quelli che subiranno notevoli incrementi nei loro costi ma di quanto si parla?
Un iPhone può arrivare a costare 500 dollari in più, a causa dei dazi imposti da Trump, fino a 2.300 dollari. Gli analisti dell’istituto finanziario newyorkese Rosenblatt Securities sono arrivati a constatare che il prezzo dei vari modelli dovrebbe subire un rialzo del 43% rispetto a quello attuale. Il modello di iPhone 16 più economico, iPhone 16e, che presenta un prezzo di listino negli Usa di 599 dollari, potrebbe salire a 856 dollari, mentre l’iPhone 16 Pro Max (versione con display da 6,9 pollici e 1 terabyte di spazio di archiviazione), ossia il modello più gettonato e costoso del momento, che è atteso a settembre, potrebbe passare da un costo di 1.599 dollari a quasi 2.300 dollari.
E non è tutto, dal momento che noi dobbiamo aggiungere al prezzo dei listini americani l’Iva al 22% e altre tasse come l’equo compenso Siae, che contribuiscono ad un’ulteriore aumento dei costi. Tradotto in soldoni, un iPhone 16 Pro Max che gli Stati Uniti vendono a 2.300 dollari , in Italia potrebbe superare i 2.500 euro, di cui 462 di Iva.