Con l’arrivo della stagione calda, nei campi coltivati, nelle zone boschive e tra i canneti umidi del Comune di Fiumicino è sempre più facile imbattersi in qualche serpente intento a prendere il sole o a scivolare tra l’erba alta. Un incontro che spesso provoca allarme, ma che nella maggior parte dei casi è del tutto innocuo.
Le specie che popolano il litorale romano, infatti, sono per lo più inoffensive per l’uomo e rivestono un ruolo cruciale per l’equilibrio degli ecosistemi. “Ancora oggi – spiega il naturalista Riccardo Di Giuseppe – i serpenti continuano a essere oggetto di pregiudizi antichi e infondati. Associati a immagini demoniache e malefiche, sono stati spesso oggetto di persecuzioni ingiustificate. Eppure sono animali straordinari, indispensabili nella catena alimentare e utili per contenere la proliferazione di roditori e altri piccoli vertebrati.”
A essere presenti sul territorio di Fiumicino sono serpenti autoctoni, perfettamente integrati nell’ambiente naturale e fondamentali per la biodiversità. Tra le specie più comuni troviamo il biacco (Hierophis viridiflavus), serpente nero con macchie gialle, del tutto innocuo e utile per il controllo dei topi.
La natrice dal collare (Natrix helvetica) è invece una biscia d’acqua che predilige zone umide. Altro esemplare frequente è il saettone (Zamenis longissimus), agile e arboricolo, mentre il cervone (Elaphe quatuorlineata), il più imponente tra i serpenti della zona, raggiunge quasi i due metri.
Osservare da lontano, non avvicinarsi e soprattutto non tentare di colpire o catturare l’animale, molte specie sono infatti protette dalla normativa vigente. In situazioni particolari, è consigliabile avvisare le autorità competenti. Educare alla conoscenza di questi rettili è il primo passo per superare la paura e imparare a convivere con creature che, più che un pericolo, rappresentano una risorsa per l’ambiente.