Inizia il processo a Turetta. La reazione davanti al tribunale (2 / 2)

Il processo contro Filippo Turetta è iniziato in un clima di grande tensione. Il 22enne è accusato di delitto volontario aggravato da premeditazione, crudeltà, efferatezza, stalking e occultamento del corpo dell’ex fidanzata. Dopo essere stato arrestato, Turetta ha confessato il delitto.

Come facilmente prevedibile, davanti al tribunale c’è stata la reazione dei famigliari di Giulia, che ora chiedono giustizia. Presente infatti Gino Cecchettin, padre di Giulia, che ha espresso ancora una volta il suo profondo tormento interiore, mantenendo però un tono di compostezza e fiducia verso le istituzioni. Durante una breve pausa del processo, ha dichiarato ai microfoni dei giornalisti di cercare solo giustizia: “Mi aspetto un processo giusto, quello che deciderà la giuria per me va bene”.

Le sue parole riflettono le grandi difficoltà di accettare la perdita della figlia, ma anche la volontà di rispettare il percorso giudiziario. Il signor Cecchettin ha condiviso che non c’è giorno in cui non pensi a Giulia e a tutto ciò che è andato perso con la sua scomparsa. I gravi sconvolgimenti che hanno colpito la sua famiglia è ancora viva, e la mancanza di Giulia si fa sentire ogni giorno.

 

Ha affermato che non ha nulla da dire a Turetta, l’uomo accusato di aver rovinato la vita alla sua famiglia, sottolineando che “il danno ormai lo ha fatto“. La sua posizione rimane ferma: non sarà lui a giudicare la partecipazione o meno dell’imputato al processo, ma sarà una scelta discrezionale di Turetta.

I fratelli di Giulia, Elena e Davide Cecchettin, hanno deciso di costituirsi parte civile contro Filippo Turetta, come gesto simbolico e legale per chiedere giustizia per la sorella. Tuttavia, non sono presenti in aula durante la prima giornata del processo. Il padre ha spiegato che quella mattina non hanno discusso della questione processuale in famiglia, cercando di mantenere una certa normalità nei loro saluti quotidiani.