
Le stime fornite dalle autorità sanitarie delineano un quadro imponente: si parla di circa 20 milioni di italiani che potrebbero essere coinvolti in questa ondata durante l’intera stagione. Il termine Influenza K è diventato il simbolo di una patologia che non concede sconti, caratterizzata da una persistenza fuori dal comune.
Secondo quanto dichiarato da Matteo Bassetti, la caratteristica più insidiosa riguarda le ricadute. L’esperto sottolinea come, dopo un apparente miglioramento, la febbre tenda a ripresentarsi prepotentemente, cogliendo di sorpresa chi pensava di essere ormai fuori pericolo.I sintomi principali includono temperature elevate, dolori articolari e una profonda spossatezza che può durare diversi giorni. La durata del malessere è uno dei punti critici: non si tratta di un episodio passeggero, ma di un percorso che richiede tempi di recupero dilatati.
Per quanto riguarda la cura, i protocolli suggeriti rimangono quelli legati alla gestione dei sintomi, ma con una vigilanza stretta sulla possibile sovrapposizione di altre infezioni. Gli esperti ci dicono che pronto soccorso e antbiotici sono scelte “da evitare nei casi di influenza” , anche per la celeberrima variante K , “a meno a che non siano consigliate dal medico”.

Queste due opzioni si rivelano il più delle volte “inutili e rischiano, nel primo caso, di sovraccaricare le strutture sanitarie e facilitare la diffusione del virus, e, nel secondo caso, di aumentare l’antibiotico-resistenza depotenziando le nostre armi contro i batteri”, mentre la stagione del virus entra nella fase ‘clou’.
La prudenza diventa lo strumento principale per evitare che il quadro clinico si complichi ulteriormente.Mentre l’ondata prosegue il suo cammino, l’attenzione resta alta sulla capacità di risposta del sistema nazionale. Il monitoraggio costante di Matteo Bassetti e dei suoi colleghi serve a guidare la popolazione attraverso questa lunga stagione di emergenza vitale per la salute pubblica.