Influenza australiana, l’annuncio di Bassetti che fa paura (2 / 2)

Il virologo Matteo Bassetti ha lanciato un allarme riguardo all’influenza di quest’anno, che potrebbe arrivare prima del previsto e con un alto rischio di diffusione del ceppo H3N2. Questo ceppo è già stato responsabile di forme influenzali gravi in Australia e Sud America, suggerendo che l’impatto potrebbe essere simile anche in Europa.

“La campagna vaccinale è partita da qualche giorno, dovrebbe coprire almeno le persone più fragili e le persone più deboli già in questo mese di ottobre”, ha sottolineato il noto virologo. Bassetti ha quindi ribadito l’importanza di vaccinarsi il prima possibile, in particolare per le persone fragili e anziane, al fine di prevenire le complicazioni legate all’influenza, attesa per novembre o dicembre.

La campagna vaccinale per l’influenza è iniziata da poco e mira a proteggere le categorie a rischio. Il vaccino quadrivalente disponibile copre i principali ceppi del virus influenzale, tra cui H3N2, H3N1 e i virus dell’influenza B. Il ceppo H3N2, pur non essendo più contagioso rispetto ad altri virus influenzali, può causare complicazioni gravi, specialmente nelle persone più vulnerabili. Tra queste complicazioni ci sono polmoniti, miocarditi e persino encefaliti, che possono richiedere il ricovero ospedaliero.

In particolare, gli anziani e le persone con patologie croniche sono a rischio di sviluppare forme gravi dell’infezione. I sintomi tipici dell’influenza includono febbre alta, dolori articolari, mal di testa e, in alcuni casi, disturbi gastrointestinali come nausea e diarrea. Sebbene molti possano superare l’influenza senza particolari problemi, in alcuni casi, soprattutto tra i pazienti fragili, l’infezione può evolvere in polmoniti influenzali che richiedono trattamenti intensivi.

Visti i numerosi casi gravi già segnalati in altre parti del mondo, l’influenza di quest’anno potrebbe essere particolarmente severa. Bassetti ribadisce che la vaccinazione rappresenta la migliore forma di prevenzione, utile non solo per proteggere la propria salute, ma anche per ridurre la diffusione del virus e proteggere la comunità nel suo insieme.